Il taser arriva in Italia, almeno in via di sperimentazione, prodotto da Axon Enterprise. L’arma definita “non letale” è una pistola elettronica in grado di immobilizzare immediatamente l’individuo tramite una scarica elettrica. Il taser attualmente è utilizzato da 107 Paesi in tutto il mondo, reso celebre però dalla polizia americana, soprattutto dall’industria culturale (film, serie TV) USA.
In quali città italiane sarà presente
In Italia l’iter di legalizzaizone è iniziato nel 2014, ma ha ottenuto il via libera solo lo scorso luglio.
La sperimentazione in strada del taser riguarda 12 città: Milano, Torino, Bologna, Genova, Firenze, Padova, Reggio Emilia, Napoli, Caserta, Brindisi, Palermo, Catania e parte proprio oggi 5 settembre 2018.
Come funziona il taser
Alcuni agenti delle forze dell’ordine italiane avranno quindi, oltre la pistola di ordinanza, anche questa pistola elettrica esattamente dalla parte opposta, in una fondina specifica. Sarà di colore giallo per essere facilmente riconosciuto e potrà colpire un bersaglio fino a 8 metri di distanza. La pistola ha a disposizione una “carica” composta da due dardi collegati tramite un filo. L’agente potrà quindi sparare due volte prima di ricaricare il taser. Lo strumento ha anche una sorta di memoria che registra tutte le azioni che vengono effettuate.
Quando il bersaglio viene colpito il taser emette degli impulsi elettrici ad alto voltaggio che causano la contrazione dei muscoli e praticamente bloccano il soggetto per un determinato periodo di tempo. Ci sono però conseguenze differenti in base alle condizioni di salute dell’individuo colpito o in base a dove viene colpito.
Pareri discordanti sul taser
C’è chi è a favore del taser, ma anche chi non vede come positivo l’utilizzo in Italia da parte delle forze dell’ordine. Quest’arma è comunque classificata nella categoria di strumenti “meno che letali”, ma giudicata come oggetto di tortura dall’ONU.
Anche la posizione di Amnesty International appare molto dura, si era espressa già lo scorso marzo: “Apparentemente, queste pistole sembrano avere tutti i vantaggi: facili da usare, efficaci e risolutive in situazioni complicate, tanto nei confronti di persone recalcitranti all’arresto quanto di prigionieri in rivolta o di folle aggressive. In più, portano con sé quella definizione rassicurante di ‘non letali’. Nel Nordamerica (Usa e Canada), dal 2001, il numero delle morti direttamente o indirettamente correlate alle taser è superiore al migliaio. Nel 90 per cento dei casi, le vittime erano disarmate. Gli studi medici a disposizione sono concordi nel ritenere che l’uso delle Taser abbia avuto conseguenze mortali su soggetti con disturbi cardiaci. […] Prima di mettere a disposizione delle forze di polizia questo tipo di arma andrebbe effettuato uno studio sui rischi per la salute a seguito del suo impiego“.