«Le organizzazioni sono delle realtà socialmente costruite che si trovano più nelle menti dei loro membri che nelle strutture»
Gareth Morgan
Organizzazione aziendale: definizioni
Azienda – Codice civile, articolo 2555
Complesso dei beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa.
Impresa – Codice civile, articolo 2082
Attività economica svolta da un imprenditore i cui requisiti sono:
Organizzazione (coordinamento fattori produttivi impiegati);
- Organizzazione formale – Insieme di ruoli, norme, procedure e delle relazioni che nel loro complesso costituiscono e caratterizzano il modo di operare di una organizzazione;
- Organizzazione informale – Insieme dei rapporti che si vengono ad instaurare fra i componenti del sistema organizzativo in funzione delle loro diverse personalità, indipendentemente da quelle che sono le regole e le strutture formali;
- Professionalità (abitualità all’esercizio);
- Beni prodotti destinati al mercato.
Un’organizzazione, quindi, è definibile come un gruppo di persone formalmente unite per raggiungere uno o più obiettivi comuni che individualmente riuscirebbero difficilmente a raggiungere.
Organizzazione aziendale nella letteratura
Secondo Stefano Scarcella Prandstraller, con il termine organizzazione si intende (Gallino 2000):
- L’attività diretta a stabilire, mediante norme esplicite, relazioni relativamente durevoli tra un complesso di persone e di cose per conseguire razionalmente uno scopo.
- La struttura delle principali relazioni formalmente previste e codificate entro tale sistema sociale, le quali costituiscono soltanto una parte delle relazioni che lo costituiscono.
- L’apporto di ciascun partecipante è soggetto a una serie di negoziazioni al variare dei presupposti della sua partecipazione.
Secondo Paolo Di Medio, per portare all’eccellenza l’organizzazione di un’azienda è necessario che tutte le risorse (persone, materiali, strumenti) siano coordinate tra di loro (processi) in modo da orientarne i risultati (output) verso gli obiettivi dell’azienda.
I fattori di successo dell’organizzazione
Per giungere allo scopo è necessario impostare correttamente i fattori di successo dell’organizzazione, quali:
- La scelta della struttura organizzativa più adeguata e la gestione per processi e performance (misurazione, incentivazione, retroazione);
- Il corretto dimensionamento delle risorse all’interno della struttura, nonché la gestione dei carichi di lavoro e dei vincoli;
- La standardizzazione dei flussi fisici e informativi;
- I sistemi di comunicazione e reporting;
- Le regole di coordinamento tra le risorse;
- I processi di miglioramento continuo.
In ogni realtà di successo, ciascuna di queste variabili diventa oggetto di riesame e riprogettazione.
Nelle organizzazioni dove anche uno solo degli aspetti descritti manca o è mal gestito, spesso si assiste ad una degenerazione delle relazioni interne che porta all’instaurazione di sistemi ad impatto negativo che portano rapidamente alla degenerazione del sistema.
Il rapporto tra l’organizzazione e i suoi membri
Chester Barnard, nel 1938 con la pubblicazione del libro “The funtions of the executive”, prende le distanze dagli approcci tayloristici e studia gli aspetti organizzativi razionali legati al comportamento organizzativo dove:
- Non è necessario pretendere da tutti la condivisione dei fini organizzativi; basta offrire alle persone interessate la possibilità di soddisfare i propri “moventi” e aspettative individuali trovando un equilibrio tra contributi e incentivi;
- Affinché gli individui contribuiscano alla realizzazione del fine collettivo, per un dirigente la soluzione chiave è quella di adottare i metodi giusti per offrire, ai diversi membri di un’organizzazione, degli incentivi adeguati.
A questo fine, il “capo” deve ricercare il consenso dei propri collaboratori e non ricorrere a mezzi coercitivi; difatti la fonte dell’autorità deve essere accettata, da parte dei sottoposti, come legittima e non nel semplice fatto che l’individuo occupa una specifica posizione nella gerarchia aziendale.
Gli ordini del capo: una classificazione
La classificazione degli ordini secondo Barnard:
- Chiaramente inaccettabili;
- Appena accettabili;
- Indiscutibilmente accettabili.
Questi ultimi definiscono la “zona d’indifferenza” (ovvero l’insieme degli ordini che sono accettati ed eseguiti senza discutere o porre dei dubbi) e aumenta con l’aumentare degli incentivi.
Funzionamento di un’organizzazione: il ruolo degli incentivi
Sempre secondo Barnard, per aumentare il consenso, gli incentivi più impattanti e più efficaci sono quelli non materiali (riconoscimento, stima, prestigio, e altro).
Per fare questo, il dirigente deve cercare di “incanalare” i membri dell’organizzazione ad agire per i fini collettivi, sviluppando la base di valori legati a lealtà e responsabilità individuali, nella concezione dell’impresa come sistema cooperativo in cui tutti sono membri a pari titolo.
Se mal gestiti, gli incentivi non materiali possono lasciare spazio alla possibilità, da parte dei capi, al fine di ottenere in modo più semplice e diretto la collaborazione dei subordinati, di ricorrere a meccanismi di persuasione e/o manipolazione, spesso di natura coercitiva o impositiva.
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