Normativa e sicurezza nel lavoro notturno

Il lavoro notturno è diffuso in molte attività che richiedono la turnazione di lavoro sul periodo notturno.

Il lavoro notturno è caratterizzato da almeno 7 ore consecutive comprendenti l’intervallo 24:00 – 05:00 (articolo 1 D. lgs. 66/2003). Pur non esistendo una disciplina collettiva, il lavoratore notturno può essere orizzontale (se di notte svolge almeno 3 ore del lavoro giornaliero) o verticale (almeno 3 ore per almeno 80 giornate lavorative in un anno.

Lavoro notturno: gli obblighi del datore

Il datore di lavoro ha l’obbligo di verificare i rischi derivanti dal lavoro notturno.

Il datore di lavoro ha l’obbligo di tutelare il lavoratore impiagato nelle ore notturne e di analizzare nella valutazione dei rischi della sua azienda anche i fattori di rischio correlati agli turni di lavoro svolti durante la notte.

Sono quindi previsti particolari controlli e garanzie per tutelare la salute dei lavoratori che effettuano lavoro notturno.

Lavoro notturno nel DVR

È di fondamentale importanza che all’interno del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) sia riportata la valutazione degli aspetti collegati al rischio di lavoro notturno, individuando ed analizzando fattori di rischio particolari legati alla mansione ed al contesto di lavoro.

Nel Documento di Valutazione dei Rischi devono essere indicati i risultati della valutazione e i criteri utilizzati per considerare il rischio da lavoro notturno.

Alterazioni ciclo sonno/veglia

Il lavoro notturno comporta delle alterazioni del ciclo sonno/veglia che hanno degli effetti negativi di lungo periodo sull’organismo dei lavoratori. Questi effetti possono aumentare in modo proporzionale al numero di anni di lavoro in turni notturni.

Il lavoro notturno può essere legato ai “Lavori usuranti”, vedasi anche l’articolo sui Lavori usuranti di cui al D.Lgs. 67/2011.

Lavoro notturno e stress

Il lavoro a turni notturni, determina una condizione di stress per l’organismo in quanto sconvolge il normale ritmo del ciclo sonno/veglia determinando cambiamenti nella normale variabilità circadiana delle funzioni biologiche.

Il lavoratore può presentare sintomi di stanchezza, svogliatezza, apatia , con una influenza negativa nel tempo che può avere ripercussioni negative sulla salute.

Disturbi causati dal lavoro notturno

In particolare, a causa dei turni del lavoro notturno, nel breve termine si può andare incontro a:

– disturbi del sonno (i più comuni);
– problemi digestivi;
– stress;
– aumento di peso.

Sul lungo periodo inoltre il lavoratore a turni può andare incontro a:

– malattie dell’apparato gastroenterico;
– effetti sulla sfera psico-affettiva;
– malattie cardiovascolari.

Relativamente agli infortuni, fra le professioni maggiormente esposte al rischio di infortunio, gli autisti risultano maggiormente soggetti (incidenza pari al 6,4% del totale), seguiti da infermieri (5,2%), guardie giurate (4,8%) e operatori ecologici (4,2%). (Dati INAIL 2010)

Condizioni di salute avverse al lavoro notturno

Nel caso subentrino condizioni di salute che abbiano come conseguenza la non idoneità alla relativa mansione ricoperta, il datore di lavoro dovrà provvedere ad un cambio di mansione per il lavoratore con un lavoro diurno, mantenendo però una mansione esistente e disponibile nella realtà aziendale.

Chi non può lavorare di notte

Alcuni soggetti in particolare non possono essere impiegati in lavori notturni:

  • donna in gravidanza dalle 24:00 alle 6:00 fino ad un anno di età del bambino;
  • madre di un figlio sotto i tre anni o, in alternativa, padre convivente;
  • unico genitore affidatario di figlio convivente sotto i 12 anni;
  • lavoratore/trice con a carico un disabile ai sensi della legge 104/1992 e successive modificazioni;
  • minori per 12 ore consecutive tra le 22:00 e le 6:00 (o le 23:00 e le 7:00).

Normativa di riferimento

  • D.Lgs. 26 novembre 1999, n. 532. Disposizioni in materia di lavoro notturno, a norma dell’articolo 17, comma 2, della L. 5 febbraio 1999, n. 25. G.U. 21 gennaio 2000, n. 16.
  • D.Lgs. 8 aprile 2003 n.66. Attuazione delle direttive 93/104/CE e 2000/34/CE concernenti taluni aspetti dell’organizzazione dell’orario di lavoro.
  • Circolare MPLS n. 8 del 3 marzo 2005. Disciplina di alcuni aspetti dell’organizzazione dell’orario di lavoro (D.lgs. 66/2003; D.lgs. 213/2004).
  • Lavoro&Salute inserto 5/2004 Regione Emilia Romagna
  • Legge 17 ottobre 1967 n. 977. Tutela del lavoro dei fanciulli e degli adolescenti.

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