Da una indagine, da poco presentata, riguardante gli incidenti in agricoltura, risulta che circa un quarto degli infortuni mortali avvenuti nel quinquennio 2011-2015 si riferiscono specificatamente al comparto agricolo e purtroppo nell’84% dei casi gli operatori avevano un’esperienza pluriennale nella propria mansione. A far riflettere è anche la distribuzione degli eventi questa è fortemente sbilanciata verso le microimprese (1 – 9 addetti), che nel comparto agricolo raggiungono il 93%.
I risultati della ricerca
La ricerca segnala che riguardo alle modalità di accadimento degli eventi mortali in agricoltura, “la casistica maggioritaria è la Perdita di controllo di macchine/mezzi agricoli (49%, essenzialmente ribaltamenti e, in taluni casi, investimenti di operatori a terra), seguita da Caduta di lavoratore dall’alto (15%), Contatto con organi lavoratori in movimento (12%), Avviamento inatteso/inopportuno di veicolo, macchina, attrezzatura (10%). Si sono registrati altresì casi mortali dovuti a cadute di materiali sui lavoratori durante le fasi di movimentazione e/o stoccaggio”.
Dagli infortuni emerge che “il 73,5% degli infortuni avviene durante lavorazioni agricole (fresatura terreno, sfalcio erba, trattamento con prodotti fitosanitari, concimazione, semina, prelievo/stoccaggio/movimentazione materiali, ecc.), mentre il restante 26,5% si registra nelle fasi di trasferimento da/verso il luogo di lavoro”.
Per oltre i 3/4 degli infortuni, il mezzo di cui si perde il controllo “è il trattore che nel 45,9% risulta essere collegato ad attrezzature (frese, trinciatrici, seminatrici, ecc.) o a cisterne e rimorchi.
Le cause degli incidenti in agricoltura
Riguardo poi ai fattori causali si evidenzia che “in prima battuta che, nella quasi totalità dei casi, la perdita di controllo è collegata a errori di manovra durante la conduzione dei mezzi (89,8%). Nel 91,8% compaiono contemporaneamente 2 o più criticità che concorrono all’incidente: agli errori di manovra spesso si associano carenze strutturali delle attrezzature di lavoro (essenzialmente assenza di sistemi di protezione del posto guida e di ritenzione del conducente) e talvolta le caratteristiche ambientali, non note all’inizio del ciclo lavorativo”.
Inoltre gli errori alla guida “sono per lo più dovuti alla sottovalutazione delle caratteristiche iniziali e note dell’ambiente (es. la pendenza dei terreni, la presenza di dislivelli a ridosso dell’area di lavoro, la stabilità del terreno, ecc.) in cui si operava, ma anche a modalità di conduzione su strada dei mezzi nelle fasi di trasferimento da/ verso il luogo di lavoro, fattori di rischio non valutati o valutati in maniera insufficiente considerando anche l’esperienza maturata dagli operatori coinvolti”.
Come minimizzare gli incidenti in agricoltura
La ricerca indica inoltre cosa fare per minimizzare gli incidenti:
- “organizzare il lavoro attraverso percorsi sicuri verificando l’eventuale presenza di pendenze rilevanti, la stabilità del terreno in lavorazione, la vicinanza di dislivelli o scarpate non protette rispetto all’area di lavoro, e adottando particolari precauzioni alla guida dei mezzi;
- nelle fasi lavorative e di trasferimento da/verso i luoghi di lavoro mantenere una velocità del mezzo condotto che garantisca la sicurezza in relazione alla conformazione del terreno, a un eventuale carico trasportato, alla tipologia del mezzo condotto, sia esso singolo o combinato con altre attrezzature o rimorchi;
- i conducenti devono essere adeguatamente informati, formati e addestrati sui rischi e il corretto utilizzo dei mezzi, anche in relazione alle caratteristiche degli stessi quali ad esempio portata, carico massimo sollevabile, condizioni di velocità, dispositivi per la sicurezza, attrezzature accessorie eventualmente installabili;
- le procedure operative devono tener conto delle differenti fasi di lavoro e delle eventuali interferenze. In presenza di rischio di investimento, operare dopo aver preventivamente verificato nell’utilizzo delle attrezzature portate, semiportate o trainate da trattori agricoli o forestali l’operatore dovrà attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite dal costruttore e riportate nel manuale d’uso;
- va sempre verificato lo stato di efficienza del mezzo (es. del sistema frenante e dei dispositivi di sicurezza prima dell’utilizzo) assicurandone nel tempo anche una manutenzione programmata (straordinaria, ordinaria, piccola manutenzione e pulizia)”.
Tutte le trattrici agricole “devono avere il telaio di protezione che protegge l’operatore in caso di ribaltamento (a due/quattro montanti o cabina qualora ne siano sprovviste, lo stesso deve essere obbligatoriamente costruito ed installato in conformità alle norme sia che ne provveda un’officina o l’azienda agricola stessa per i propri mezzi (se dotata di un’officina per effetto dell’art. 14, comma 12, del d.lgs. 99/2004)”.
E si ribadisce che “un efficace sistema di protezione è rappresentato dalla concomitante presenza, sulla trattrice, di un dispositivo che protegge l’operatore in caso di ribaltamento (telaio di protezione) abbinato a un sistema di trattenuta del conducente (cinture di sicurezza). Solo l’uso di entrambi i sistemi garantisce, in caso di capovolgimento del trattore, la sicurezza dell’operatore al posto di guida”.
Claudio Ottolia, Resp. ANCORS Piemonte, RSPP – FORMATORE- ISTRUTTORE
Nota dell’autore
Tutti gli argomenti sopra esposti vengono largamente trattati durante il Corso di Addetto alla conduzione di trattori a ruote e cingoli (patentino).
Forse tutti noi (istruttori e professionisti della sicurezza) siamo chiamati ad un surplus di incisività nel far passare i messaggi che il corso da’ anche attraverso un linguaggio meno stucchevole e buracratico e più vicino alle realtà del mondo agricolo.
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