Il rumore è un suono con caratteristiche di frequenza, livello e variabilità nel tempo.
In linea generale, il rumore è un segnale non desiderato, di origine naturale o artificiale, che si sovrappone all’informazione trasmessa o elaborata in un sistema; in particolare, il rumore è dato da variazione di pressione atmosferica dovuta all’onda sonora.
L’unità di misura è il decibel (dB); l’orecchio è in grado di percepire suoni/rumori variabili tra la soglia di udibilità (circa 10dB) e la soglia del dolore (circa 140/150 dB).
Il rumore può avere degli effetti sull’essere umano, è per questo che viene valutato.
Gli effetti del rumore sulla salute umana
Gli effetti sulla salute dovuti ad un’esposizione al rumore possono essere diversi, in relazione al tipo di rumore, ai tempi di esposizione e alle condizioni di esposizione.
Tra le principali malattie professionali denunciate dall’Inail vi è l’ipoacusia, ossia la perdita permanente o la riduzione della capacità uditiva causata da esposizione a rumore.
Le conseguenze del rumore non sono esclusivamente di natura uditiva; sono stati, infatti, documentati anche casi di effetti su:
- sistema nervoso (alterazioni del comportamento, nervosismo, difficoltà di attenzione e concentrazione)
- apparato digestivo
- endocrino
- respiratorio
- circolatorio
- senso dell’equilibrio e del movimento e sul tono muscolare in generale
Appronfiamo quali sono questi effetti.
C’è una notevole evidenza di effetti avversi del rumore sulla comunicazione, sul sonno e sull’umore, sulla capacità di apprendimento a scuola dei bambini, sull’app. cardiovascolare e sulla diminuzione dell’udito.
COMUNICAZIONE
La parola è comprensibile al 100% con livelli di rumore di fondo intorno a 45 dB LAeq. Sopra i 55 dB LAeq di livello di fondo (livello medio raggiunto dalla voce femminile), è necessario alzare il tono della voce. Questo livello di fondo interferisce con la capacità di concentrazione e l’aumento della voce la rende meno comprensibile.
Nelle aule scolastiche e nelle sale congressuali in cui si trovano rispettivamente, bambini (che sono particolarmente sensibili agli effetti del rumore) e persone anziane con diminuzione dell’udito, il rumore di fondo dovrebbe essere di 10 dB LAeq più basso rispetto alla voce dell’insegnante o dello speaker.
SONNO
Il rumore può disturbare il sonno a causa di difficoltà ad addormentarsi, riduzione della fase di sonno profondo, aumento dei risvegli ed effetti avversi dopo il risveglio come affaticamento e deficit delle prestazioni.
Questi effetti si possono evitare se i livelli sonori nell’ambiente indoor sono mantenuti sotto i 30 dB LAeq di livello di fondo, oppure con livello di picco max sotto 45 dB LAeq.
PERFORMANCE
Il rumore può interferire con le attività mentali che richiedono molta attenzione, memoria ed abilità nell’affrontare problemi complessi. Le strategie di adattamento (come regolare o ignorare il rumore) e lo sforzo necessario per mantenere le prestazioni sono state associate ad aumento della pressione arteriosa e ad elevati livelli ematici degli ormoni legati allo stress.
EFFETTI SULL’APPRENDIMENTO
La maggior parte della ricerca sugli effetti non uditivi del rumore sui bambini è stato effettuata sull’apprendimento. La ricerca ha riguardato in particolare la memoria, l’attenzione/percezione ed i risultati scolastici.
La ricerca su rumore e memoria nei bambini è analoga a quella degli adulti; gli effetti del rumore sulla memoria semplice sembrano essere scarsi o assenti. Tuttavia, se l’operazione di memorizzazione richiede una speciale attenzione, allora si manifestano alcuni effetti negativi del rumore. Cioè, se il bambino deve prestare particolare attenzione a causa della difficoltà di una operazione, il rumore può interferire con la capacità di memorizzare. I livelli acustici medi in questi studi erano compresi tra 22 e 78 dB(A).
La ricerca sull’attenzione suggerisce che i bambini esposti a rumore cronico possono manifestare deficit nella capacità di concentrazione. Sembra che essi sviluppino, per far fronte all’effetto distraente del rumore, strategie di apprendimento che causano stress psico-fisico.
Parecchi studi hanno poi documentato un collegamento fra rumore e risultati scolastici, in particolare la capacità nella lettura. Il rumore cronico ha effetti negativi sull’abilità nella lettura, al contrario del rumore acuto che sembra avere scarsi effetti. Ci sono prove che suggeriscono che i bambini residenti in zone rumorose e che frequentano scuole ubicate in vicinanza di importanti sorgenti di rumore (traffico stradale, aeroporto, ecc.), si trovano più svantaggiati rispetto ai bambini residenti in zone più tranquille. Anche l’abilità nella lingua parlata sembra essere correlata alle capacità nella lettura, per cui risulterebbe che il rumore è in relazione con entrambe.
SENSAZIONE DI FASTIDIO-MALESSERE
La reazione di fastidio aumenta ampiamente in base ai livelli di rumore; la maggior parte degli esseri umani risulta moderatamente infastidita a 50 dB LAeq ed in modo preoccupante a 55 dB LAeq. Solamente 1/3 delle sensazioni di fastidio sono dovute ai livelli di rumore, infatti vari altri fattori influenzano la reazione al rumore. Il rumore degli aerei, il rumore che è composto anche da basse frequenze o accompagnato a vibrazioni, ed il rumore che ostacola le varie attività socio-economiche, risultano più fastidiosi di altri tipi di rumore.
MALATTIE CARDIOCIRCOLATORIE E IPERTENSIONE
C’è un evidenza sempre maggiore che mostra un effetto del rumore sull’insorgenza della cardiopatia ischemica e l’ipertensione, a livelli compresi fra 65 e 70 dB LAeq.
La percentuale fra i vari fattori di rischio, che sono alla base di tali patologie cardiocircolatorie, è piccola, ma dal momento che una larga fetta di popolazione, soprattutto in Italia, è esposta a tali livelli di rumore, questo potrebbe avere una grande importanza nel campo della sanità pubblica e della prevenzione.
AGGRESSIVITA’
Il rumore elevato aumenta i comportamenti aggressivi sui soggetti predisposti e sopra 80 dB LAeq si riducono i riflessi istintivi in risposta a situazioni di pericolo.
UDITO
Il rumore elevato può causare diminuzione dell’udito, anche se questo rischio si può considerare trascurabile per la popolazione generale, se esposta a livelli di rumore sotto i 70 dB LAeq, per 24 ore al giorno.
Tale rischio è invece reale, e la situazione si presenta preoccupante, in riferimento ad attività ricreative e di svago (ad es. le discoteche), che interessano larghe fasce di popolazione giovanile; dalle poche indagini effettuate all’interno di discoteche italiane, si evidenzia il frequente superamento dei limiti di immissione acustica (95 dB LAeq e 103 dB LAmax) previsti dalla recente normativa in Italia.
Ambienti di lavoro a rischio rumore
Gli ambienti di lavoro coinvolti sono tanti, ma in special modo, vengono individuati :
- trasporti
- costruzioni
- agricoltura, pesca, selvicoltura
- produzione industriale di alimenti e bevande
- industria estrattiva e del legno
- metallurgia
- istruzione
- call centers
- spettacolo
- servizi
Gli obblighi per il datore di lavoro e la valutazione del rischio rumore
Il dlgs 81/2008 (titolo VIII, capo II) pone in capo al datore di lavoro gli obblighi necessari per tutelare il lavoratore, in particolare per la prevenzione del danno uditivo.
Nel documento vengono indicate le misure di prevenzione e protezione contro l’esposizione professionale al rumore in relazione alla tipologia di attività, quali:
- la sostituzione di macchinari e/o procedure obsolete o particolarmente rumorose
- l’adozione di dispositivi di protezione individuale
Nei casi in cui non è possibile eliminare la fonte di rumore, il datore di lavoro è tenuto ad effettuare la valutazione del rischio per comprendere a quali rischi è realmente esposto il lavoratore ed in quale misura.
Va da se che va valutato l’utilizzo del DPI adatti, mettendo in evidenza attraverso segnaletica dedicata, che l’area di intervento ha valori superiori e che è obbligo indossare gli appositi dispositivi dati in dotazione.
Segue esempio:
Si rende necessario adottare le giuste misure di organizzazione ambientale, con la separazione (confinamento) delle sorgenti rumorose dalle altre lavorazioni; aumento della distanza tra la sorgente rumorosa e i posti di lavoro; insonorizzazione delle sorgenti di rumore;
– protezione personale dell’udito: informazione ai lavoratori; segnalazione delle zone rumorose; utilizzo dei dispositivi di protezione individuale contro il rumore; attivazione della sorveglianza sanitaria;
– organizzazione del lavoro: riduzione della durata dei lavori rumorosi; introduzione di turni di lavoro; esecuzione dei lavori rumorosi fuori dalle ore fisse di lavoro”.