Cosa fare quando un’attività imprenditoriale non decolla

Quando un imprenditore decide di avviare un’attività, l’inizio di questa nuova avventura è sempre lastricato di buoni propositi, obiettivi ambiziosi e una visione positiva verso il futuro. Spesso e volentieri, però, ci si trova a fare i conti fin da subito delle tante difficoltà che emergono e che possono essere collegate a innumerevoli fattori, creando problemi di natura non solo economica ma anche personale a livello psicologico e relazionale.

In questi casi, è necessario interrogarsi sulle cause che hanno portato o stanno portando verso queste situazioni, analizzando con sincerità gli errori di valutazione commessi, le azioni che non dovevano essere intraprese e quelle che invece dovevano essere pianificate, cercando una soluzione per uscire dalla crisi o accettando anche l’evenienza di dover chiudere i battenti e rivolgersi altrove per dare vita a un nuovo business.

Le soluzioni per far emergere il proprio business

Come accennato in precedenza, gli elementi che concorrono al mancato successo di un’impresa possono essere molti e di diversa natura. Per questo, la prima attività da porre in essere è quella di analizzare il proprio business.

Esiste infatti la concreta possibilità di aver investito in un settore molto saturo, con la presenza di tanti competitor che hanno già da tempo consolidato la propria posizione sul mercato, riducendo al minimo l’opportunità di poter emergere per i nuovi arrivati. Ma non solo. Confrontare la propria operatività con quella delle aziende concorrenti, potrebbe evidenziare un problema di strategia sia a livello di processi di produzione che per quel che concerne l’offerta ai clienti, la comunicazione e lo stato dell’innovazione.

In questo senso, quindi, è consigliabile fare tabula rasa di quanto posto in essere fin qui, rivoluzionando il modo di fare business e analizzando il proprio pubblico target, le nuove esigenze e le nuove abitudini dei potenziali clienti, così da proporre beni e servizi in grado di rispondere pienamente alle richieste della propria platea, attraverso uno studio approfondito delle tendenze del momento.

Altro elemento da tenere in massima considerazione riguarda, come detto, la capacità di innovarsi dal punto di vista del marketing, aprendosi a quella digitalizzazione che non è più procrastinabile. Al riguardo, è fondamentale programmare una solida e duratura strategia di digital marketing, migliorando il proprio posizionamento sui motori di ricerca e la propria reputazione online, fattori ormai determinanti per ottenere risultati e aumentare i fatturati.

Sempre collegata a una visione proattiva verso il futuro, è consigliabile scandagliare il mondo tecnologico per individuare quelle innovazioni di prodotto o di processo che possano conferire un vantaggio competitivo alla propria impresa, come ad esempio un nuovo modo di produrre riducendo i costi o una tecnologia disruptive in grado di sbaragliare l’offerta della concorrenza.

E se non funziona?

Esistono, però, circostanze nelle quali, malgrado tutti gli sforzi profusi, la situazione non sembra migliorare. Le cause più comuni possono essere, come detto in precedenza, riconducibili a un’eccessiva saturazione del settore o alla mancanza di un’esperienza o una competenza specifica al riguardo. L’errore è aver puntato su un business particolare senza avere una grande conoscenza delle dinamiche che lo caratterizzano.

E’ il caso, ad esempio, del settore dell’educazione infantile. In Italia, aprire un asilo nido offre grandi opportunità di crescita e guadagno, essendoci pochi concorrenti e una richiesta di iscrizione a queste strutture da parte delle famiglie che non viene mai coperta. Fattori che porterebbero chiunque a provare a investire in questo comparto. Ma proprio per le caratteristiche del settore, è necessario disporre di un background professionale ad hoc per poter offrire un servizio di qualità. In mancanza di ciò, malgrado tutte le possibilità di successo, il rischio di fallimento è sempre dietro l’angolo. In questi casi, quindi, le soluzioni possono essere essenzialmente due: decidere di chiudere l’asilo nido e orientarsi verso altri settori, oppure rivolgersi ad aziende consolidate, spesso impegnate anche nel proporre la formula del franchising, che offrono l’opportunità di entrare a far parte del proprio network, beneficiando in toto di quando ottenuto dalla società, sia a livello di know how che per quel che concerne il marketing e la riconoscibilità del brand (scopri come vendere un asilo nido). In questo modo l’imprenditore potrà da una parte ristrutturare il proprio business, potendo anche rimanere all’interno dell’azienda come socio o come gestore, o dall’altra cedere la propria attività, rientrando in parte dall’investimento iniziale e concentrarsi su qualcosa di nuovo.

In linea di massima, è quindi indispensabile essere sinceri con se stessi, riconoscere i propri limiti e i propri sbagli, e prendere la decisione più giusta per noi stessi, senza paura dei giudizi degli altri.

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