Il melanoma cutaneo professionale da radiazioni solari: una minaccia silenziosa

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Il melanoma cutaneo professionale da radiazioni solari: una minaccia silenziosa

Negli ultimi decenni, l’incidenza del melanoma cutaneo ha registrato una crescita significativa a livello mondiale. Solo nel 2020, sono stati diagnosticati 324.635 nuovi casi di melanoma, e si prevede che nel 2040 questo numero supererà i 510.000, con un aumento dei decessi a 96.000. Questo dato allarmante riguarda principalmente le popolazioni del Nord America, Europa e Oceania, che insieme rappresentano circa l’85% dei casi mondiali annuali di melanoma cutaneo.

Queste previsioni, unite a una crescente consapevolezza dei rischi connessi alle radiazioni solari, hanno portato alla realizzazione di un importante documento da parte della Sovrintendenza sanitaria centrale dell’Inail. Intitolato “Il melanoma cutaneo professionale da radiazioni solari. Aspetti d’interesse medico-legale e prevenzionali”, questo testo offre un’analisi dettagliata e rigorosa dei rischi, delle diagnosi e delle misure preventive per il melanoma cutaneo di origine professionale.

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Le ragioni dietro la pubblicazione del documento

Il documento è stato realizzato grazie a diversi fattori determinanti:

  • Aumento delle diagnosi: Negli ultimi anni, c’è stato un notevole incremento delle diagnosi di melanoma nella popolazione generale.
  • Ricognizione sui tumori cutanei dell’OMS: La novità rappresentata dalla ricognizione sui tumori cutanei, redatta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2018, ha fornito nuovi strumenti per inquadrare la patologia.
  • Sottostima delle denunce: In Italia, c’è una disomogeneità nazionale e una verosimile sottostima delle denunce di melanomi di origine professionale.
  • Esigenza di istruttorie innovative: La complessità nella verifica del nesso causale richiede una più precisa e innovativa istruttoria medico-legale.

Il melanoma cutaneo e la tabella delle malattie professionali

Il documento studia gli aspetti epidemiologici, diagnostici e clinici del melanoma cutaneo da radiazioni solari di origine occupazionale, con un focus particolare sulla tutela assicurativa e sociale. Questa patologia, in costante aumento, può avere un’eziologia occupazionale, in quanto la relazione con l’esposizione a radiazioni ultraviolette (UV) solari è riconosciuta dalle principali istituzioni internazionali come l’OMS e l’International Agency for Research on Cancer (IARC).

Dal 2008 al 2014, il melanoma cutaneo da radiazioni solari era presente nella lista delle malattie la cui origine lavorativa era di limitata probabilità (lista II). Tuttavia, con l’aggiornamento del 2014, è stato rimosso da tale elenco e non è mai stato inserito nella tabella delle malattie professionali. Pertanto, per questa neoplasia, attualmente non c’è alcun obbligo di denuncia né a fini statistici-epidemiologici né assicurativi.

Nel 2018, l’OMS ha redatto una nuova classificazione dei melanomi cutanei basata sul danno solare cumulativo (CSD), fornendo nuovi strumenti di inquadramento dell’eziologia della patologia. Inoltre, l’ultima Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD-11), approvata dall’OMS nel 2019 e vigente dal gennaio 2022, ha introdotto un codice addizionale non obbligatorio relativo all’associazione tra melanoma cutaneo ed esposizione professionale.

Il melanoma cutaneo: caratteristiche, tipologie e fattori di rischio

Il melanoma cutaneo è una neoplasia maligna potenzialmente letale che origina dall’iper-replicazione dei melanociti nello strato basale dell’epidermide. È la forma più comune (85%) di melanoma, che può insorgere anche su mucose, uvea e leptomeningi.

Esistono quattro principali sottotipi di melanoma cutaneo:

  1. Melanoma a diffusione superficiale (70%): È il più comune, caratterizzato da una crescita radiale prima dell’invasione verticale del derma.
  2. Melanoma nodulare (15-30%): Si presenta come una lesione nodulare o polipoide di colore blu o nero, che cresce rapidamente con una precoce crescita verticale.
  3. Lentigo maligna melanoma (4-10%): Si manifesta come una lesione maculare che diventa progressivamente più scura, asimmetrica e con crescita verticale.
  4. Melanoma lentiginoso acrale (<5%): Lesioni frequenti su palmi delle mani, piante dei piedi, sede subungueale e, occasionalmente, sulle mucose.

Il melanoma cutaneo è una patologia multifattoriale, dovuta all’interazione tra esposizione a rischi ambientali e occupazionali e particolare suscettibilità genetica agli stessi. Tra i principali fattori di rischio riconosciuti vi sono l’esposizione a radiazione UV solare e alcune caratteristiche genetiche di suscettibilità.

La prevenzione e le misure di sicurezza

La prevenzione primaria del melanoma cutaneo in ambito occupazionale deve focalizzarsi su diverse strategie:

  • Valutazione del rischio: È essenziale valutare il rischio da esposizione a radiazioni UV solari per i lavoratori addetti a mansioni svolte all’aperto.
  • Misure di prevenzione e protezione: Devono essere previste adeguate misure di protezione, come l’uso di indumenti protettivi, creme solari ad alta protezione e la limitazione dell’esposizione durante le ore di massima intensità solare.
  • Formazione e informazione: I lavoratori devono essere adeguatamente informati e formati sui rischi connessi all’esposizione solare e sulle misure di prevenzione da adottare.

Il melanoma cutaneo da radiazioni solari rappresenta una seria minaccia per i lavoratori esposti ai raggi UV. La crescente incidenza di questa patologia e la sua potenziale origine professionale richiedono una maggiore attenzione alla prevenzione e alla protezione dei lavoratori. Il documento dell’Inail fornisce linee guida preziose per affrontare questa sfida, promuovendo la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. L’adozione di misure preventive adeguate e una formazione costante dei lavoratori sono passi fondamentali per ridurre il rischio di melanoma cutaneo e garantire ambienti di lavoro sicuri e sani.

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