Sfruttamento lavorativo in agricoltura: sicurezza, contrasto e difficoltà
La tragica morte di Satnam Singh, un lavoratore indiano addetto al taglio del fieno, ci ha ricordato la cruda realtà dello sfruttamento lavorativo in agricoltura. Satnam è stato lasciato morire dopo essere stato gravemente ferito da un macchinario, un episodio che mette in luce quanto sia diffuso il caporalato e quanto spesso vengano ignorate le norme di sicurezza sul lavoro. In questo articolo approfondiamo il fenomeno dello sfruttamento lavorativo in agricoltura, gli strumenti di contrasto attuali, le linee guida esistenti e le criticità che ancora devono essere affrontate.
Sentenza storica contro sfruttamento lavorativo e caporalato: la pronuncia della Corte di Cassazione
Conoscere lo sfruttamento lavorativo e il caporalato
Secondo il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il caporalato rappresenta “forme illegali di intermediazione, reclutamento ed organizzazione della manodopera.” Questo meccanismo si insinua tra domanda e offerta di lavoro, colpendo soprattutto migranti, donne e minori in condizioni di vulnerabilità, traducendosi spesso in violazioni dei diritti umani e fondamentali sul lavoro. Questo fenomeno, diffuso in tutta Italia, è caratterizzato da violazioni delle norme su orario di lavoro, salari, contributi previdenziali, diritti alle ferie, salute e sicurezza sul lavoro e trattamento dignitoso.
I lavoratori stranieri, che rappresentano il 10,1% degli occupati in Italia, sono spesso vittime di sfruttamento a causa della scarsa conoscenza degli strumenti di tutela, sistemazioni abitative inadeguate o la distanza dai luoghi di lavoro. I settori con maggiori tassi di irregolarità includono quello edile, domestico e agricolo, con un’irregolarità complessiva del 23,2% in agricoltura, secondo ISTAT.
Linee guida nazionali sullo sfruttamento lavorativo in agricoltura
Il sito “Integrazionemigranti.gov.it – Vivere e lavorare in Italia” ricorda che il caporalato è particolarmente pervasivo nel settore agricolo, caratterizzato da rapporti di lavoro di breve durata e legati alla stagionalità. Le “Linee-Guida nazionali in materia di identificazione, protezione, assistenza delle vittime di sfruttamento lavorativo in agricoltura”, redatte nell’ambito del Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato (2020 – 2022), sono state sancite il 7 ottobre 2021 attraverso un Accordo in sede di Conferenza Unificata tra Stato, Regioni, Province Autonome ed Enti Locali.
I punti cardine delle Linee-Guida sono:
- La promozione di un sistema di governance e coordinamento per l’attuazione di un Meccanismo nazionale di riferimento (referral) a trazione pubblica in materia di identificazione, protezione e prima assistenza alle vittime di sfruttamento lavorativo in agricoltura.
- La definizione di vittima di sfruttamento lavorativo.
- L’individuazione di procedure e misure operative comuni suddivise in fasi (identificazione preliminare e formale, protezione e assistenza delle vittime di sfruttamento lavorativo).
- L’indicazione dei soggetti e degli attori delle varie fasi.
- Il trattamento di tutela dei cittadini stranieri vittime di sfruttamento lavorativo, privi del permesso di soggiorno, secondo la normativa vigente.
- Raccomandazioni in termini di informazione e sensibilizzazione, formazione e rafforzamento delle competenze dei servizi e degli attori coinvolti.
Sfruttamento e caporalato: i tavoli operativi e i possibili provvedimenti
Il “Tavolo operativo per la definizione di una nuova strategia di contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo in agricoltura” è un organismo di coordinamento nazionale che riunisce tutti gli Enti istituzionali coinvolti per sviluppare strategie di contrasto efficaci. Questo Tavolo, istituito nel 2018 e prorogato fino al 2025, ha l’obiettivo di intensificare le azioni contro il caporalato, rafforzando i controlli, aumentando il numero degli ispettori e potenziando la rete agricola.
Il 22 giugno, il Governo ha convocato un tavolo con le parti sociali, sindacali e datoriali, non solo per condannare la morte di Satnam Singh, ma anche per discutere delle azioni future. Si parla di due misure aggiuntive per il futuro “decreto Agricoltura”: una decontribuzione per le imprese che aderiscono alla “Rete del lavoro agricolo di qualità” e l’inasprimento delle sanzioni per l’intermediazione del lavoro non autorizzata.
Conclusioni
L’episodio di Satnam Singh ci mostra che, nonostante le linee guida e i tavoli istituiti, c’è ancora molto da fare per migliorare le tutele e i diritti dei lavoratori irregolari in agricoltura. La sicurezza e la dignità del lavoro devono essere una priorità assoluta. Solo attraverso un impegno concertato tra istituzioni, datori di lavoro e lavoratori stessi si potrà davvero debellare il caporalato e garantire condizioni di lavoro sicure e dignitose per tutti.
Continueremo a monitorare gli sviluppi normativi e le azioni intraprese per combattere questo fenomeno, nella speranza che tragedie come quella di Satnam Singh diventino solo un triste ricordo del passato.
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