Per “ambiente confinato” si intende uno spazio circoscritto, caratterizzato da limitate aperture di accesso e da una ventilazione naturale sfavorevole, in cui può verificarsi un evento incidentale importante, che può portare ad un infortunio grave o mortale, in presenza di agenti chimici pericolosi.
Prima di eseguirei lavori e durante il loro svolgimento, è necessario verificare che nell’ambiente confinato ci sia una concentrazione di ossigeno adatta alla respirazione (21%) e non vi siano concentrazioni di agenti chimici asfissianti, tossici o infiammabili.
Il monitoraggio dell’aria deve essere effettuato a diversi livelli di altezza per tenere conto della differente stratificazione delle possibili sostanze pericolose. Laddove possa esservi il dubbio sulla pericolosità dell’atmosfera vanno adottate specifiche cautele
Paragrafo 1 – Carenza di O2
Cosa può determinare insufficienza di O2
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pulizia dello spazio limitato con un gas inerte per eliminare gas, fumi, vapori o aerosol infiammabili o tossici;
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processi biologici naturali che consumano ossigeno (es: fogne, serbatoi stoccaggio, scoli acqua piovana, pozzi, gas di fermentazione in silos sigillati con cereali);
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vasi di fermentazione, nella preparazione di infusi o negli spazi utili di carico a causa, (trasporto di legname, prodotti in legno, torniture o sfridi in acciaio, prodotti vegetali, grano, carbone, ecc.);
recipiente completamente chiuso per un certo periodo di tempo (soprattutto quelli in acciaio), il processo di ossidazione riduce O2;
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aumento dei livelli di anidride carbonica a causa dello sfaldamento di calcare associato ad operazioni di drenaggio quando lo stesso è bagnato;
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operazioni di bruciatura e lavori, quali saldatura e levigatura, che consumano ossigeno;
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spostamento di aria durante il congelamento dei tubi, per esempio, con azoto liquido;
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consumo graduale dell’ossigeno con il respiro dei lavoratori in spazi limitati e nei quali la fornitura di aria sostitutiva non è adeguata;
Misurare l’ossigeno
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La misura dell’ossigeno di solito va fatta con sensori elettrochimici
Questi sensori hanno una vita limitata nel tempo anche se non
vengono usati. La vita media è di 2-3 anni;
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Anche in uno scavo aperto possiamo avere deficienza di ossigeno, dipende dalla natura del terreno o dalla presenza nelle vicinanze di discariche o industrie chimiche
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In commercio esistono strumenti che non necessitano di alcuna manutenzione, hanno una durata di 2 anni poi devono essere eliminati. Solitamente hanno solo soglie di allarme pre-impostate;
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Altri strumenti invece hanno la possibilità di vedere la lettura e possono avere la possibilità di avere una sonda per la misurazione a distanza.
Paragrafo 2 -Incendio/esplosione
Il rischio di incendio ed esplosione è legato alla formazione, raccolta o accumulo di sostanze infiammabili in concentrazioni tali da essere innescate da una sorgente presente sul posto od ivi trasportata (scariche elettriche ed elettrostatiche, scintille prodotte per urto ed attrito, fiamme libere, superfici calde, onde elettromagnetiche, altre).
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I lavori in ambienti confinati in cui sono presenti atmosfere con potenziale rischio di incendio ed esplosione devono essere eseguiti adottando specifiche misure di prevenzione e protezione; tali misure consistono ad esempio:
– eliminazione delle sostanze e miscele infiammabili, se possibile;
– impiego di attrezzature protette;
– applicazione di procedure tecniche ed organizzative (ad esempio chiusura linee di comunicazione con l’ambiente confinato, valvole o altro)
I principali parametri che bisogna conoscere sono:
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Intervallo di esplosione – intervallo di concentrazione di una sostanza infiammabile in aria entro il quale si può verificare un’esplosione:
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LEL – limite inferiore dell’intervallo di esplosione:
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Temperatura d’infiammabilità – temperatura al di sopra della quale dalla superficie di un liquido infiammabile si liberano vapori in concentrazione tale da incendiarsi.
Paragrafo 2 – Sostanze pericolose
LUOGHI DOVE SI POSSONO TROVARE SOSTANZE PERICOLOSE
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nelle fogne, nelle bocche di accesso e nei pozzi di connessione alla rete;
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negli accessi ai serbatoi e nei recipienti con connessioni alle tubazioni;
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negli scavi e nei fossi contenenti terreno contaminato, come scarichi di rifiuti;
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lavori di saldatura o combustione per eccesso di ossigeno.
Strumenti di rilevazione: IDENTIFICAZIONE E MISURA GAS
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sensori infrarosso (per CO2)
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sensori elettrochimici (CO, H2S, NH3, CL2, 03, HCN, NOX, SO2,…)
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sensori “pid” (fotoionizzazione) benzene,dicloroetano,etilene, fenolo,stirene, xilene, solventi organici in genere
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fialette (sistema semplice, errore –15%-25%)
Paragrafo 4 – Difficoltà accesso/uscita
Per quanto riguarda l’accessibilità, vanno considerate le dimensioni, il numero e la posizione spaziale degli accessi oltre alle eventuali difficoltà nel raggiungere determinate posizioni all’interno del locale confinato (ad esempio, presenza di setti di separazione come nelle autocisterne, di paratie nelle navi, di cunicoli, di ingombri quali scale, paranchi, tubi di ventilazione, conformazione non rettilinea, ecc.).
Per definire le dimensioni minime delle aperture di accesso è necessario innanzitutto riferirsi alle norme tecniche disponibili.
Le dimensioni così ottenute vanno poi verificate in relazione alla necessità di “consentire l’agevole recupero di un lavoratore privo di sensi” (D.Lgs 81/08 art. 66 e ISTRUZIONI OPERATIVE IN MATERIA DI SICUREZZA ED IGIENE DEL LAVORO PER I LAVORI IN AMBIENTI CONFINATI 11 allegato IV punto 3.1) e alle esigenze di utilizzo di specifiche attrezzature per il salvataggio (autorespiratori, ecc.).
Infine occorre tener conto anche dell’eventuale ingombro rappresentato da servizi tecnici quali ad esempio tubazioni per l’aria, cavi elettrici, ecc
Esistono alcune norme tecniche che si occupano di definire le misure antropometriche medie del corpo umano: UNI EN 547-1:1998 “Misure del corpo umano;
Utilizzando i riferimenti in esse riportati, è possibile ricavare la cosiddetta “ellisse del corpo”, avente come asse maggiore la larghezza delle spalle (60 cm) e come asse minore la profondità del corpo (45 cm). L’ingombro del corpo umano immobile può essere espresso attraverso tale ellisse.
Se le dimensioni sono minori di quelle sotto indicate significa che vi è, con ragionevole sicurezza, una reale difficoltà per l’accesso e di conseguenza una condizione di rischio:
Sempre all’interno di tali norme tecniche, si possono trovare ulteriori riferimenti alle dimensioni di accesso differenziandole in base alla postura ed al movimento del corpo:
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passo d’uomo con necessità di effettuare movimenti rapidi;
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apertura per l’entrata in postura inginocchiata a terra;
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apertura per movimento verticale in un condotto circolare usando una scala interna;
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apertura per un movimento orizzontale in avanti in postura eretta;
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apertura per un movimento laterale orizzontale in postura eretta per brevi tratti.
Le dimensioni minime vanno aumentate qualora si preveda di utilizzare bombole o Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) che aumentino gli ingombri.
Paragrafo 5 – D.P.I.
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ELIMINARE IL RISCHIO
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CONTENERE IL RISCHIO
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SEPARARE IL RISCHIO DALL’AMBIENTE
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USO DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALI
E’ necessario che i lavoratori siano provvisti dei DPI idonei e li utilizzino secondo quanto prescritto. Il personale deve disporre almeno del seguente equipaggiamento:
Maschera con filtro o respiratori isolanti;
Elmetto per la protezione della testa da caduta di materiale dall’alto o dall’urto con oggetti;
Imbragatura di sicurezza;
Guanti di protezione;
Protezione degli occhi se si è esposti a sostanze pericolose, proiezione di schegge, ecc;
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Calzature di sicurezza ;
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Indumenti di protezione.
In funzione delle evidenze dell’analisi dei rischi effettuata per lo specifico lavoro, potranno altresì ritenersi necessari ulteriori DPI, quali ad esempio dispositivi per la protezione delle cadute dall’alto.
D.L.vo 81/08 – Articolo 121. Presenza di gas negli scavi
1. Quando si eseguono lavori entro pozzi, fogne, cunicoli, camini e fosse in genere, devono essere adottate idonee misure contro i pericoli derivanti dalla presenza di gas o vapori tossici, asfissianti, infiammabili o esplosivi, specie in rapporto alla natura geologica del terreno o alla vicinanza di fabbriche, depositi, raffinerie, stazioni di compressione e di decompressione, metanodotti e condutture di gas, che possono dar luogo ad infiltrazione di sostanze pericolose.
2. Quando sia accertata o sia da temere la presenza di gas tossici, asfissianti o la irrespirabilità dell’aria ambiente e non sia possibile assicurare una efficiente aerazione ed una completa bonifica, i lavoratori devono essere provvisti di idonei dispositivi di protezione individuale delle vie respiratore, ed essere muniti di idonei dispositivi di protezione individuale collegati ad un idoneo sistema di salvataggio, che deve essere tenuto all’esterno dal personale addetto alla sorveglianza. Questo deve mantenersi in continuo collegamento con gli operai all’interno ed essere in grado di sollevare prontamente all’esterno il lavoratore colpito dai gas.
3. Possono essere adoperate le maschere respiratorie, in luogo di autorespiratori, solo quando, accertate la natura e la concentrazione dei gas o vapori nocivi o asfissianti, esse offrano garanzia di sicurezza e sempreché sia assicurata una efficace e continua aerazione.
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D.P.I. A FILTRO: dipendenti dall’atmosfera ambiente, quando il tasso di O2 è superiore al 19,5% (facciali filtranti, semimaschere, maschere intere);
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D.P.I. ISOLANTI: (respiratori alimentati ad aria o autorespiratori), indipendenti dall’atmosfera ambiente, quando il tasso di O2 è inferiore al 19,5%. Il principio si basa sulla fornitura di aria respirabile prelevata da «zone pulite» oppure da bombole o fonti esterne quali reti di aria compressa.
Paragrafo 5 – Piano di emergenza
Un P.E. deve essere:
- Esaustivo…………… Eventi incidentali credibili
- Effetti e gli eventi sull’uomo
- Essenziale…………… Informazioni indispensabili
- Memorizzabile……… Non può essere consultato durante un’emergenza
- Chiaro………………… Attribuzione di responsabilità
- Assegnazione dei compiti
- Individuazione delle modalità
- Aggiornabile………… Definire un sistema di aggiornamento
Condizioni da considerare:
- le caratteristiche dei luoghi
- i sistemi di allarme
- il numero di persone presenti, loro ubicazione e mobilità
- i lavoratori esposti a rischi particolari
- il numero di incaricati al controllo dell’attuazione del piano di emergenza e all’assistenza nell’evacuazione
- il livello di addestramento fornito al personale
- i d.p.i. messi a disposizione
Le misure d’emergenza variano a seconda del rischio
Devono essere presi in esame:
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Sistemi di comunicazione: Modalità di segnalazione dell’emergenza dall’interno dello spazio confinato a chi lavora all’esterno, così da permettere l’inizio delle operazioni di soccorso.
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Dispositivi di soccorso e rianimazione: La scelta dei dispositivi appropriati per il soccorso e la rianimazione dipende dal tipo di emergenza che potrebbe verificarsi. Nei luoghi di lavoro in cui è previsto l’uso di tali dispositivi da parte dei soccorritori, è fondamentale che essi siano preparati ad un loro corretto uso.
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Competenze dei soccorritori: E’ necessario che i soccorritori siano adeguatamente preparati, sempre pronti e capaci di usare qualsiasi dispositivo di soccorso, come ad esempio respiratori, funi di salvataggio e attrezzature per l’estinzione di incendi. Anche i soccorritori devono provvedere alla propria sicurezza con una protezione adeguata al tipo di emergenza.
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Spegnimento degli impianti circostanti: Prima di iniziare qualsiasi operazione di soccorso, potrebbe essere necessario spegnere gli impianti collocati nelle immediate vicinanze dello spazio confinato.
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Procedure di primo soccorso: Al fine di assicurare l’utilizzo corretto dei dispositivi di primo soccorso, è necessario l’intervento disoccorritori esperti.
- Servizi di soccorso locali: Modalità per informare i servizi di soccorso locale (ad esempio i vigili del fuoco) in caso di emergenza. La lista delle informazioni utili da fornire loro circa i pericoli che potrebbero incontrare all’interno dello spazio confinato.
Bibliografia
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(DPR 177/2011) Attività in ambienti sospetti di inquinamento o confinati. Riferimenti normativi e requisiti di sicurezza.
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(ISPESL) ISTITUTO SUPERIORE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA DEL LAVORO Guida Operativa. “Rischi specifici nell’acceso a silos, vasche e fosse biologiche, collettori fognari, depuratori e serbatoi utilizzati per lo stoccaggio nel trasporto di sostanze pericolose”. Art. 66 del D. Lgs. 9 aprile 2008 n.81“Lavori n ambienti sospetti di inquinamento”, 12/06/2008
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(Servizio Sanitario Nazionale – Regione Liguria) Azienda Sanitaria Locale n. 5 “Spezzino” Dipartimento di Prevenzione – DOCUMENTO SINTETICO: LAVORI IN SPAZI CONFINATI DPR 177/11.
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UNI EN 547-1:1998 – UNI EN 547-2:1998 – UNI EN 547- 3:1998 – UNI ISO EN 7250:2000 – UNI ISO EN 15537:2005 – UNI ISO EN 15535:2007
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NIOSH 80-106, 1979