Tree climbing, arrampicarsi sugli alberi, non è solo un gioco da bambini, ma un vero è proprio lavoro. Un’attività che presenta numerosi rischi che vanno conosciuti ed attentamente valutati ed evitati, attraverso la giusta formazione.
La gestione del verde e degli alberi
Negli ultimi decenni il verde ornamentale ha assunto un’importanza sempre maggiore. Parallelamente si è sviluppata una professionalità nella gestione di questo patrimonio che prima era sconosciuta, in particolare per gli alberi.
Questa attività comporta rischi per persone e cose. La difficoltà e i rischi legati agli interventi in altezza per potature, abbattimenti, consolidamenti, comportano un’attenta valutazione dei rischi, una solida formazione degli operatori e anche, per fortuna, un riscontro economico decisamente superiore ad altri campi.
Gru e arrampicata: perché il tree climbing
Le piattaforme per lavoro in elevazione, comunemente definite come “gru” o “cestello”, sono state e rimangono lo strumento chiave per operare in altezza, ma una ditta che abbia molto lavoro sugli alberi rimarrà in qualche modo incompleta se non contempla tra le possibilità di intervento quello in arrampicata.
Le funi infatti permettono di accedere a luoghi dove sarebbe complicatissimo portare una piattaforma, consentono una movimentazione rapida e sicura all’interno della chioma (azione che risulterebbe al contrario scomoda con una P.L.E.). L’arrampicata quindi rappresenta in svariati casi il modo più semplice e quindi più economico per risolvere problemi legati agli alberi.
Il tree climbing è uno strumento a disposizione di chi, sia pubblico o privato, deve gestire alberature, con grandi potenzialità e netti limiti, con rischi potenziali da conoscere per minimizzarli, con aspetti tecnici di miglioramento per la sicurezza e l’efficienza in continua evoluzione.
Cosa fa il tree climber
Il lavoro del tree climber comporta ovviamente dei rischi.
Tuttavia tali rischi diventano assolutamente accettabili nel momento in cui operano lavoratori specializzati e formati, che agiscono seguendo rigorose procedure.
Nonostante permangano varie lacune legislative legate soprattutto all’impossibilità di standardizzare un albero e alla valutazione della stabilità, il decreto legislativo 81, negli articoli dal 105 al 117, e in particolare con l’allegato XXI riguardo ai criteri minimi per la formazione, ha creato un quadro normativo accettabile per questa attività lavorativa irrinunciabile.
Salute e sicurezza per il tree climber: la formazione
Il quadro generale di rischio in cui si muove il tree climber può essere riassunto con un incontro di una mezz’ora o un’ora teorica, seguita da una breve dimostrazione di creazione “cantiere”, installazione delle corde, risalita e discesa con un taglio (possibile in meno di un’ora).
Il taglio varia ovviamente in base al pubblico.
Per gli agronomi o altri professionisti chiamati alla direzione dei lavori o alla gestione di una commessa, ci si sofferma sulla valutazione dei casi in cui risulta più conveniente ricorrere all’intervento su fune. Si approfondisce poi il quadro legislativo, e si passa ai criteri da tenere presente per verificare l’affidabilità di una ditta.
A giovani interessati a un percorso professionale si fa un quadro del tree climbing come opportunità e si puntualizza sull’importanza di una buona formazione.
A manutentori del verde, con anni di esperienza sul verde orizzontale ma sempre improvvisati nel lavoro in altezza, si fa comprendere la maggiore efficienza, oltre che la sicurezza, dell’utilizzo di dispositivi e procedure ormai collaudati da decenni.
A cura della sede ANCORS di Bologna S&M Advisor – tel. 051 9916708 – email: info@semadvisors.it