Che cos’è il benzene e perché è pericoloso
Il benzene è una sostanza chimica molto diffusa ma altrettanto pericolosa, classificata come cancerogeno di categoria 1A, cioè una causa accertata di cancro per l’uomo. È presente in molte attività industriali e coinvolge circa un milione di lavoratori nell’Unione Europea. L’esposizione può avvenire principalmente attraverso l’aria, respirando vapori contenenti benzene, ma anche tramite il contatto con la pelle.
Gli effetti sulla salute sono gravi: il benzene danneggia il midollo osseo, compromettendo la produzione di cellule del sangue, e può causare leucemia e altre forme di tumori ematici. Inoltre, un’esposizione prolungata può indebolire il sistema immunitario e avere conseguenze negative sull’apparato riproduttivo.
Dove si annidano i rischi?
Le professioni più esposte al benzene si trovano spesso nei settori industriali legati a petrolio e gas: dalla produzione alla raffinazione, fino alla distribuzione e al commercio di prodotti petroliferi. Tra queste troviamo:
- lavoratori in impianti di produzione chimica e farmaceutica;
- addetti alla produzione di calzature e coloranti;
- tecnici di laboratorio;
- lavoratori delle acciaierie e tipografi;
- professionisti impegnati nella lotta antincendio o nelle manutenzioni di motori.
Una fonte di esposizione particolare è quella legata alla degradazione del fluido termovettore negli impianti solari termici, un rischio spesso sottovalutato.
Benzene e salute: sintomi da non sottovalutare
L’esposizione al benzene può manifestarsi con sintomi immediati o svilupparsi nel tempo. In caso di esposizione acuta a livelli elevati, i lavoratori possono avvertire:
- vertigini, mal di testa, nausea;
- convulsioni o perdita di coscienza nei casi più gravi.
Nel lungo termine, il benzene causa danni al midollo osseo, aumentando il rischio di anemia e riducendo la capacità del corpo di combattere infezioni. Può anche interferire con i cicli mestruali nelle donne e avere un impatto sul sistema immunitario.
Un aspetto cruciale è il lungo periodo di latenza che intercorre tra l’esposizione e lo sviluppo di tumori correlati al benzene: da uno a dieci anni.
Normative e limiti di esposizione al benzene
Per proteggere i lavoratori, l’Unione Europea ha imposto limiti progressivamente più stringenti sull’esposizione al benzene. Ecco i valori di riferimento:
- Fino al 5 aprile 2024: 3,25 mg/m³;
- Fino al 5 aprile 2026: 1,65 mg/m³;
- Dal 6 aprile 2026: 0,66 mg/m³.
Questi limiti sono stati stabiliti per ridurre il rischio di malattie correlate, ma resta fondamentale adottare misure preventive e organizzative.
Soluzioni e buone pratiche
La gestione del rischio legato al benzene si basa su alcune strategie chiave:
- Eliminazione o sostituzione: ad esempio, sostituire il benzene con solventi meno pericolosi. Un caso significativo è quello di un’azienda spagnola di calzature che ha sostituito il benzene e altri solventi tossici con l’acetone, riducendo i problemi di salute dei lavoratori.
- Misure tecniche: migliorare la ventilazione nei luoghi di lavoro per ridurre l’esposizione e contenere le fonti di emissione.
- Misure organizzative: monitorare costantemente l’esposizione e formare i lavoratori sui rischi e le misure preventive.
- Dispositivi di protezione individuale (DPI): sebbene non debbano essere l’unica difesa, maschere e guanti protettivi adeguati possono ridurre significativamente i rischi.
Un esempio positivo arriva dalla Danimarca, dove alcune attività di parrucchiere hanno ottenuto la certificazione “Green hairdresser’s shop”. Questo standard prevede l’eliminazione di sostanze chimiche pericolose, consentendo ai lavoratori di continuare la loro professione in sicurezza.