Caldo estremo e rischi: una panoramica globale sugli scenari di presente e futuro
Le temperature estreme sono una realtà che sta diventando sempre più problematica. I recenti eventi climatici in diverse parti del mondo ci mettono in guardia su ciò che potrebbe diventare una nuova normalità. Ma cosa significa realmente un mondo con temperature così elevate? E come può il caldo estremo influenzare la nostra vita quotidiana? Questo elemento risulta chiave anche in ottica di sicurezza sul lavoro, dove tante persone saranno sempre più soggette a stress termici violenti che possono portare a gravi danni alla salute. QUI, un focus sulla climatizzazione sui posti di lavoro
L’esperienza della Mecca e il rischio di caldo estremo
Un esempio significativo ci arriva dal pellegrinaggio hajj alla Mecca. Qui, a causa del caldo torrido, superiore ai 50 gradi, sono morti oltre 1.300 musulmani. La maggior parte delle vittime erano “pellegrini non autorizzati” che non avevano accesso a mezzi o luoghi di ristoro adeguati. Tuttavia, questo episodio mette in luce un problema più grande: il clima estremo.
Uno studio pubblicato sul Journal of Travel Medicine ha rilevato che le temperature della Mecca sono aumentate costantemente negli ultimi 40 anni, con un incremento medio di 0,4 gradi ogni decennio. Un’altra ricerca sul Journal of Applied Meteorology and Climatology ha evidenziato che l’Arabia Saudita ha sperimentato un aumento delle temperature a un tasso superiore del 50% rispetto ad altre regioni dell’emisfero settentrionale. Se la tendenza attuale persisterà, la sopravvivenza umana nella regione sarà impossibile senza un accesso continuo all’aria condizionata.
Il caldo estremo nel mondo
Il resto del mondo non è immune a queste problematiche. A giugno, la parte settentrionale dell’India ha vissuto un’ondata di caldo senza precedenti, con temperature che hanno raggiunto i 44,7 gradi a Ganganagar e notti calde a Delhi con minime di 35,2 gradi. Questo ha portato a una domanda di energia record, con la capitale che ha richiesto 8.647 megawatt in una sola giornata.
Negli Stati Uniti nord-orientali e nel Canada orientale, “cupole di calore” hanno intrappolato l’aria calda, creando condizioni climatiche estreme. In Europa, Francia e Germania hanno vissuto frequenti temporali, e alcune zone riservate al pubblico per Euro 2024 sono state chiuse per motivi di sicurezza.
Zone invivibili e pericoli per la salute
Secondo gli esperti, circa il 30% delle persone nel mondo è esposto al rischio di vivere in zone soggette a condizioni di “bulbo umido”, una combinazione di calore e umidità che impedisce al sudore di raffreddare il corpo. Questo fenomeno potrebbe colpire il 50% della popolazione mondiale entro il 2100. Quando le temperature superano i 35 gradi con alti tassi di umidità, si rischiano colpi di calore, gravi danni fisici e, in casi estremi, la morte.
Un riscaldamento di 1,5 gradi potrebbe rendere gran parte dell’Asia meridionale, dell’Africa Saheliana, dell’America Latina e dell’Australia settentrionale soggetta a almeno un giorno all’anno di “caldo letale”. Con un riscaldamento di tre gradi, questa area si estenderebbe ulteriormente, coprendo vaste regioni del mondo.
Soluzioni per un futuro sempre più caldo
Il problema del caldo estremo non riguarda solo la sopravvivenza, ma anche l’accessibilità alle soluzioni per combatterlo. Un rapporto delle Nazioni Unite del 2019 ha evidenziato il rischio di uno scenario di “apartheid climatica”, in cui solo i più ricchi potrebbero permettersi di sfuggire agli effetti del riscaldamento globale. Attualmente, quasi 2,8 miliardi di persone vivono in Paesi con temperature medie superiori a 25 gradi, ma meno del 10% di loro possiede un condizionatore d’aria.
In America, molte città stanno piantando alberi per combattere l’effetto “isole di calore”, dove le temperature possono essere fino a 20 gradi superiori rispetto alle aree meno popolate. Ad Austin, in Texas, l’obiettivo è coprire il 50% della superficie cittadina di alberi entro il 2050. Phoenix ha investito 1,4 milioni di dollari per piantare 1.800 alberi in tutta la città, mentre San Francisco richiede che almeno il 15% dei tetti sia coperto di pannelli solari o vegetazione.
Un’altra soluzione è dipingere le strutture di bianco, come fatto a New York e in altre città, per riflettere fino all’80% della luce solare. In Australia, la cittadina di Coober Pedy ha risposto al caldo costruendo case, hotel, bar e negozi sottoterra, dove le temperature restano costanti attorno ai 23 gradi.
L’Europa in ritardo
Nonostante l’urgenza, l’Unione Europea sembra essere in ritardo nella preparazione al cambiamento climatico. L’Agenzia Europea per l’Ambiente ha avvertito che senza azioni decisive, i rischi legati al clima potrebbero raggiungere livelli critici entro la fine del secolo, con centinaia di migliaia di persone che potrebbero morire a causa delle ondate di caldo. Il caldo estremo è una minaccia reale che richiede azioni immediate e concrete.