Ma cos’è, legalmente, un cantiere? La precisazione e le implicazioni

Il decreto legge 19/2024 nel dettaglio: tutte le novità

La sicurezza nei cantieri edili è un tema di fondamentale importanza, soprattutto alla luce della complessità delle normative che regolano la materia. Il Decreto Legislativo 81/2008, noto anche come Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro, stabilisce regole precise per garantire che i lavoratori operino in un ambiente sicuro e che i rischi siano minimizzati. Tuttavia, interpretare correttamente queste norme può essere complicato, soprattutto quando si parla di cantieri temporanei o mobili.

Recentemente, la Corte di Cassazione ha affrontato una questione chiave riguardante l’obbligo di nominare un coordinatore per la sicurezza nei casi in cui i lavori siano suddivisi in più fasi e gestiti da diverse imprese. Vediamo insieme i dettagli di questa sentenza e quali implicazioni ne derivano per committenti, coordinatori e imprese.

Cosa si intende per “cantiere” ai fini del D. Lgs. 81/2008?

Il concetto di cantiere è centrale nella normativa sulla sicurezza sul lavoro. Esso non si limita alla semplice definizione spaziale, ma si riferisce a tutto il processo di realizzazione di un’opera. Secondo la giurisprudenza della Corte di Cassazione, il cantiere si considera attivo fino alla completa realizzazione dell’opera, indipendentemente da eventuali sospensioni dei lavori o da cambiamenti nelle ditte esecutrici.

In particolare, la Corte ha chiarito che il concetto di cantiere unico non viene modificato dal subentrare di nuovi titoli edilizi o dalla realizzazione di varianti. Il cantiere continua a essere considerato unico fino alla definitiva conclusione di tutti i lavori, anche se questi vengono eseguiti in tempi diversi o da imprese differenti. Questo significa che il committente, responsabile dell’esecuzione dei lavori, deve assicurarsi che tutte le disposizioni in materia di sicurezza siano rispettate fino alla conclusione dell’opera.

Quando è obbligatoria la nomina del coordinatore per la sicurezza?

Il Decreto Legislativo 81/2008 prevede la nomina di un coordinatore per la sicurezza sia in fase di progettazione che di esecuzione, nei casi in cui sul cantiere lavorino più imprese, anche non simultaneamente. La figura del coordinatore è cruciale per garantire il rispetto delle norme di sicurezza e per prevenire rischi interferenziali, ossia quei rischi derivanti dalla presenza di più imprese che operano nello stesso cantiere o in successione.

La Corte di Cassazione ha ribadito l’importanza di nominare il coordinatore quando è prevedibile la presenza di più imprese, anche se queste si alternano nel tempo. Il coordinatore ha il compito di predisporre e far rispettare il Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC), uno strumento fondamentale per gestire i rischi presenti sul cantiere. La mancata redazione del PSC o la sua inadeguata applicazione può comportare gravi conseguenze legali, come dimostra il caso in esame.

Il caso in esame: un infortunio mortale e la condanna del coordinatore

Nel caso oggetto della sentenza, un coordinatore per la sicurezza è stato condannato per omicidio colposo a seguito di un infortunio mortale verificatosi in un cantiere di ristrutturazione. Il lavoratore deceduto era caduto dal primo piano di un edificio privo di protezioni contro la caduta dall’alto, mentre si trovava in cantiere per recuperare alcuni attrezzi.

La difesa del coordinatore ha cercato di dimostrare che non vi fosse l’obbligo di redigere il PSC, poiché durante i lavori sul cantiere avrebbe operato sempre una sola impresa alla volta. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha rigettato questa argomentazione, ritenendo che la previsione della presenza di più imprese, anche se non contemporanea, comportava comunque l’obbligo di predisporre e far rispettare il piano di sicurezza.

QUI, LE PRIME RISPOSTE DELL’ISPETTORATO DEL LAVORO RIGUARDO ALCUNE CRITICITÀ E DUBBI DELLA PATENTE A CREDITI

La nozione di rischio interferenziale sul cantiere

Uno degli aspetti centrali di questa sentenza è la definizione del rischio interferenziale, che si riferisce ai pericoli derivanti dalla compresenza, anche non simultanea, di più imprese all’interno di un cantiere. Questo rischio richiede una gestione attenta e coordinata, che deve essere supervisionata dal coordinatore per la sicurezza. Il mancato coordinamento e la mancata predisposizione di adeguate misure di sicurezza possono avere conseguenze drammatiche, come dimostra il tragico caso dell’infortunio mortale.

Secondo la Corte di Cassazione, anche se le imprese non lavorano contemporaneamente sul cantiere, il rischio di interferenze è comunque presente. Questo perché le diverse fasi dei lavori possono influenzarsi reciprocamente e creare situazioni pericolose per i lavoratori, soprattutto in un cantiere di ristrutturazione, dove il contesto è più complesso rispetto a una nuova costruzione.

L’importanza del Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC)

La predisposizione del Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC) è uno degli obblighi principali del coordinatore. Questo documento deve essere aggiornato in relazione all’evoluzione dei lavori e alle eventuali modifiche che intervengono nel corso dell’opera. È importante sottolineare che il coordinatore non ha solo il compito di redigere il PSC, ma anche quello di verificare che esso venga effettivamente rispettato dalle imprese esecutrici.

La Corte ha precisato che il coordinatore non è tenuto a essere presente quotidianamente sul cantiere, ma deve garantire un’alta vigilanza nei momenti critici delle lavorazioni. Inoltre, se il coordinatore riscontra pericoli gravi e imminenti, ha l’obbligo di sospendere i lavori fino a che non siano state prese le opportune misure di sicurezza.

Conclusione: una sentenza che rafforza la sicurezza nei cantieri

La sentenza della Corte di Cassazione conferma l’importanza della figura del coordinatore per la sicurezza nei cantieri temporanei o mobili, e sottolinea che il concetto di “cantiere unico” non è legato alla durata o alla sequenzialità dei lavori, ma all’opera complessiva da realizzare. Anche se i lavori vengono eseguiti in fasi distinte e da imprese diverse, l’obbligo di garantire la sicurezza sul cantiere permane fino alla conclusione di tutti i lavori.

Per i committenti e le imprese, questa decisione rappresenta un monito a rispettare rigorosamente le normative in materia di sicurezza sul lavoro e a nominare, quando previsto, un coordinatore per la sicurezza, che deve vigilare e coordinare l’attività delle imprese esecutrici per prevenire tragici incidenti come quello che ha portato alla sentenza in esame.

Back To Top