Covid, il mercato delle case vacanza è rivoluzionato

Una rivoluzione, non certamente positiva in quanto orientata verso il basso. Il mercato delle case vacanza non è mai stato così nell’incertezza. La pandemia ha generato effetti a catena su tutti i vari settori dell’economia, ed il turismo è risultato essere uno dei più colpiti. E non poteva essere altrimenti, viste le forti limitazioni.

Per effetto di questa contingenza, le strutture ricettive hanno visto i propri affari scendere in modo vertiginoso: alberghi (che poi sono quelli che hanno i costi di mantenimento più alti) ma non solo. Prendiamo l’esempio delle case vacanze, i cui prezzi sono scesi notevolmente: soprattutto nelle grandi città come Roma, Firenze, Bologna, Milano, dove la scelta è ampia, si sta assistendo ad un fenomeno piuttosto abbastanza diffuso. Ovvero, quello di buttare giù i prezzi, anche di molto, per riuscire ad affittare.

C’è anche chi parla di una rivisitazione del ruolo delle case vacanza per andare a definirne nuovamente gli spazi; in sostanza una sorta di cambio dell’uso degli spazi visto che quello di affitto turistico potrebbe non essere più adatto.

Come le case vacanza potrebbero sopravvivere


Si parla soprattutto di adeguarsi alla realtà attuale: che se ha quasi del tutto azzerato il turismo, vede comunque un ruolo di rilievo per le abitazioni, in quanto il lavoro si svolge (ed in futuro potrebbe essere sempre più così) da casa. Smart working, ecco la parola che potrebbe cambiare le carte in tavola: magari trasformando le tantissime case vacanze presenti nelle grandi città per adeguarle a questa nuova esigenza.

Nel frattempo gli italiani che gestiscono case vacanze continuano ad affidarsi al web per tentare di affittarle: è sempre Booking ad avere un ruolo di rilievo, punto di riferimento per chiunque volesse provare ad affittare la propria struttura. Tutto può essere gestito in autonomia, grazie all’ Extranet di Booking, ovvero lo strumento virtuale messo a disposizione, dalla piattaforma, per gestire la propria struttura con elenco delle prenotazioni presenti e passate, statistiche ecc…

Un modo per tentare di sopravvivere, dato che queste piattaforme, su tutte proprio Booking, hanno costi di commissione molto elevati. Ma d’altra parte non si può fare molto altro: di soluzioni per tentare di resistere alla crisi non ce ne sono. In attesa di capire come andare a ridefinire il modello di accoglienza e come rivedere la destinazione d’uso delle case vacanza. 

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