Sviluppati nel contesto del progetto “Sistemi cibernetici collaborativi”, i nuovi dispositivi robotici indossabili possono mitigare i fattori di rischio da sovraccarico biomeccanico in ambito industriale, manifatturiero, logistico e delle costruzioni civili, diminuendo fino al 40% lo sforzo fisico di operatori e operatrici
Le patologie lavoro-correlate a carico del sistema muscolo-scheletrico sono le più frequenti sul posto di lavoro e pari al 68% di tutte le malattie professionali denunciate all’Inail nel 2020, percentuale in crescita costante dal 2016. Di queste la quota maggiore, pari a circa il 41%, interessa la colonna vertebrale. È questa la premessa all’origine della collaborazione avviata dall’Inail e dall’Istituto italiano di tecnologia di Genova per sviluppare esoscheletri robotici collaborativi, che serviranno a rendere più sicuro il lavoro in ambito industriale, manifatturiero, logistico e delle costruzioni civili. Grazie ai motori elettrici con cui sono equipaggiati e ad algoritmi di intelligenza artificiale, infatti, questi dispositivi indossabili supporteranno i lavoratori e le lavoratrici del futuro nei compiti più gravosi dal punto di vista fisico, diminuendone lo sforzo fino al 40% e determinando, di conseguenza, una riduzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali croniche.
XoTrunk alleggerisce il sollevamento ripetitivo di carichi fino a 20 chilogrammi. Nel contesto del progetto “Sistemi Cibernetici Collaborativi”, il team di ricerca XoLab di IIT (Wearable Robots, Exoskeletons and Exosuits Laboratory) guidato da Jesús Ortiz, in collaborazione e con il supporto del Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici dell’Inail, guidato da Carlo De Petris, ha realizzato i prototipi di tre dispositivi: XoTrunk, per supportare la schiena e il tronco, XoShoulder, per fornire sostegno alle spalle, e XoElbow, per il sostegno dei gomiti. XoTrunk è pensato per alleggerire il sollevamento ripetitivo di carichi fino a un peso di circa 20 chilogrammi e, più in generale, è dedicato a tutti i lavori che potrebbero gravare sulla schiena dell’operatore. È l’unico dispositivo di questo tipo, inoltre, che può supportare anche le operazioni di traino, molto comuni nell’ambito della logistica. L’esoscheletro è dotato di due motori elettrici e di sofisticati algoritmi proprietari, che in tempo reale regolano l’assistenza sulla base dei movimenti di chi lo indossa per massimizzarne l’efficacia. XoTrunk si può utilizzare anche in sinergia con XoKnee, un esoscheletro in tessuto che si connette al robot e garantisce un supporto più efficace all’operatore durante l’attività di sollevamento ripetitivo di carichi.
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XoShoulder e XoElbow forniscono sostegno a spalle e gomiti. XoShoulder è stato sviluppato per venire incontro alle esigenze di chi sovraccarica le spalle durante l’attività di lavoro quotidiana. Lo scenario tipico è quello dei lavori che vengono svolti su automobili poste su piattaforme sopraelevate, dove l’operatore tende ad affaticare le spalle, dovendo mantenere sollevati strumenti pesanti per tempi prolungati oltre l’altezza delle spalle. Il prototipo è equipaggiato con due motori da 70 W con una coppia di 12 N/m, ciascuno dei quali è dotato di avanzati algoritmi di controllo che lo rendono in grado di fornire supporto solo quando serve, senza intralciare i movimenti dell’operatore. XoElbow, invece, è un prototipo che assiste l’operatore nel sollevamento di pesi vicino al corpo. Lo scenario di utilizzo potrebbe essere il sollevamento di pesanti pneumatici durante la fase di montaggio su ponte sollevatore. È dotato degli stessi motori di XoShoulder e al momento rappresenta un unicum nel campo degli esoscheletri.
Grazie all’intelligenza artificiale entrano in funzione solo per i compiti più gravosi. In generale tutti e tre i robot indossabili sono stati realizzati in plastica e leghe di alluminio, usate solitamente in ambito aerospaziale, e progettati per i principali contesti industriali nei quali operatori e operatrici sono portati a sovraccaricare il sistema muscolo-scheletrico, come il manifatturiero, le riparazioni meccaniche, l’industria alimentare, la logistica, l’edilizia e l’agricoltura. I prototipi sono stati concepiti per venire incontro alle esigenze di lavoratori e delle lavoratrici adattandosi, grazie agli algoritmi di intelligenza artificiale, al tipo di lavoro e alle modalità con le quali viene svolto. Un’altra caratteristica comune e fondamentale per questo tipo di dispositivi è la “trasparenza”. I robot, infatti, non devono intralciare o limitare la mobilità, ma entrare in funzione solo per i compiti più gravosi, supportando il sistema muscolo-scheletrico.
Le officine di riparazione auto tra gli scenari realistici di utilizzo. Al momento XoTrunk sta affrontando dettagliati test presso aziende partner selezionate per la sperimentazione sul campo. Grazie anche a queste attività, si prevede la sua commercializzazione già nei prossimi mesi, attraverso un progetto di startup IIT (Proteso) al momento in fase di lancio, che si potrebbe occupare del trasferimento al mercato di questa tecnologia. XoElbow e XoShoulder, invece, inizieranno nei prossimi mesi le prime sperimentazioni in scenari reali e si prevede possano essere disponibili sul mercato tra qualche anno. Tra gli scenari realistici di utilizzo rientrano senz’altro le officine meccaniche di riparazione auto. Per i test di campo preliminari dei dispositivi, infatti, il team di ricerca IIT si è avvalso della collaborazione di una concessionaria genovese, che valuterà un ulteriore coinvolgimento del proprio personale per la fase di test dei robot indossabili.