Formazione sulla sicurezza: un’analisi del nuovo Accordo Stato-Regioni

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Formazione sulla sicurezza: un’analisi del nuovo Accordo Stato-Regioni

La sicurezza sul lavoro è un diritto fondamentale e un obbligo inderogabile per le aziende. Ma come possiamo garantire che la formazione sia adeguata alle nuove sfide? È una domanda che ha guidato i recenti dibattiti sull’Accordo Stato-Regioni, atteso da anni e ancora in fase di approvazione. Questo articolo analizza i punti chiave emersi dal rinvio dell’Accordo e dalle risposte fornite durante un webinar specialistico, offrendo una panoramica sul futuro della formazione in materia di sicurezza.

Un accordo che tarda ad arrivare: perché è importante l’Accordo Stato-Regioni per la formazione sulla sicurezza

L’Accordo Stato-Regioni, previsto dall’articolo 4 del D.Lgs. 281/1997, è uno strumento cruciale per definire durata, contenuti e modalità dei percorsi formativi sulla salute e sicurezza sul lavoro. Tuttavia, la sua approvazione continua a essere posticipata: l’ultima battuta d’arresto risale al 7 novembre 2024.

Questo rinvio prolunga un’attesa iniziata nel 2022 e complica l’armonizzazione delle normative vigenti. Tra le ipotesi, si parla di necessità di integrare ulteriori tematiche, come il recupero dei crediti della patente per cantieri mobili. Tuttavia, mentre si attende un testo definitivo, la formazione rimane un pilastro imprescindibile per prevenire incidenti e garantire ambienti di lavoro sicuri.

Le principali novità del nuovo Accordo: cosa cambia per lavoratori e datori di lavoro?

La bozza definitiva del nuovo Accordo, resa nota il 13 maggio 2024, introduce importanti modifiche e chiarimenti. Ecco alcune delle questioni principali emerse:

Formazione dei lavoratori: un processo più rigoroso. Uno dei punti più dibattuti riguarda cosa accade se un lavoratore non supera il test finale del corso di formazione. Secondo la bozza:

  • Chi non supera la verifica finale non ottiene il credito formativo e non può svolgere la mansione prevista. In alcuni casi, è necessaria la ripetizione di moduli specifici, ad esempio quelli pratici per l’uso di attrezzature. Inoltre, la possibilità di completare il percorso formativo entro 60 giorni dall’assunzione, prevista dal precedente Accordo del 2011, sembra non essere più contemplata.Il lavoratore deve essere formato prima di iniziare la mansione, senza più concessioni temporali. Una sfida organizzativa che richiede pianificazione e attenzione per evitare sanzioni.

Datori di lavoro, preposti e RLS: nuove responsabilità e chiarimenti

Anche i datori di lavoro esterni, delegati da un consiglio di amministrazione, devono frequentare i corsi obbligatori. La formazione erogata in passato, purché conforme, sarà riconosciuta, evitando sovrapposizioni inutili. Anche in realtà con meno di cinque dipendenti, il preposto deve ricevere una formazione adeguata. La normativa sottolinea che il preposto è essenziale per la prevenzione e deve essere individuato con attenzione, a prescindere dalle dimensioni aziendali. La bozza non introduce cambiamenti nella formazione degli RLS, rimandando ogni dettaglio alla contrattazione collettiva nazionale.


Soggetti formatori e verifica di efficacia: i nuovi standard secondo l’Accordo Stato-Regioni

Non cambiano gli obblighi di collaborazione con organismi paritetici, che restano in capo ai datori di lavoro. Tuttavia, l’accreditamento regionale non è valido su tutto il territorio nazionale: ogni regione richiede una procedura separata. Un altro elemento innovativo riguarda l’obbligo di verificare sul campo l’efficacia della formazione, ad esempio attraverso analisi infortunistiche aziendali, questionari o checklist. La frequenza e le modalità sono lasciate alla discrezione del datore di lavoro, eventualmente supportato dall’RSPP.

Una formazione per la sicurezza che guarda al futuro e ad una maggior strutturazione

Il nuovo Accordo Stato-Regioni rappresenta un passo avanti verso una formazione più strutturata, ma anche più esigente. Con l’eliminazione di alcune flessibilità, come i 60 giorni per completare la formazione, si impone un approccio più rigoroso e immediato.

Cosa possono fare le aziende? Ecco tre consigli chiave:

  1. 1. Investire nella pianificazione: Adeguarsi alle nuove regole richiede uno sforzo organizzativo, soprattutto per i lavoratori di nuova assunzione.
  2. 2. Collaborare con esperti: Coinvolgere formatori qualificati e aggiornati è essenziale per garantire corsi conformi.
  3. 3. Monitorare l’efficacia: Non basta formare, è necessario verificare che la formazione produca risultati concreti.
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