Quando si parla di sicurezza oramai non s’intende solo più quella fisica. Con l’avvento dell’informatica e della conservazione di dati sensibili all’interno di computer, sia a livello personale che aziendale, si è dovuto affrontare il problema della cybersecurity. Uno dei più grandi danni, oltre al furto di password, la duplicazione di carte di credito e il furto di dati, sono i furti d’identità.
Il National Bureau of Justice ha pubblicato i dati sui furti di identità in USA: perdite finanziarie, frequenza delle vittimizzazioni e dati demografici delle vittime.
Nel 2018, si stima che 23 milioni di persone, o circa il 9% di tutti i residenti negli Stati Uniti di età pari o superiore a 16 anni, hanno riferito di essere state vittima di furto di identità durante i 12 mesi precedenti. Cinque per cento dei residenti, di età pari o superiore a 16 anni, aveva subito almeno un incidente che coinvolgeva l’uso improprio di una carta di credito esistente. Il 4% ha subito l’abuso di un conto appoggiato ad una banca. L’uno per cento ha riferito che ignoti hanno abusato delle proprie informazioni personali per aprire un nuovo account. Meno dell’1% ha subito l’abuso delle proprie informazioni per altri scopi fraudolenti, come ad esempio per ottenere cure mediche, un lavoro o benefici governativi.
La metà di tutte le vittime di furto di identità (51%) era in famiglie con redditi pari o superiori a $ 75.000
Perdite finanziarie
Le perdite finanziarie, legate furto di identità, hanno totalizzato $ 15,1 miliardi, colpendo ben 16,3 milioni di vittime di 16 anni o più anziani, con perdite note di $ 1 o più (70% di tutte le vittime) nel 2018. Tra le vittime che hanno dovuto affrontare problemi finanziari e creditizi associati al furto di identità, più della metà (55%) ha subito tali perdite nell’ambito di un giorno od anche meno dalla violazione. Si stima che circa il 7% delle vittime di furto d’identità abbia denunciato il crimine alla polizia e l’88% ha contattato una banca od un gestore di carta di credito società o banca.
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Frequenza delle vittimizzazioni
Per il 90% delle vittime di identità, i più frequenti incidenti hanno coinvolto solo l’uso improprio o tentato
uso improprio di almeno un tipo di account esistente, come carta di credito o conto bancario. L’85% delle vittime subisce l’abuso di solo un tipo di account esistente. Il resto (6% delle vittime) ha subito l’abuso di più tipi di account esistenti.
Un totale di 1,9 milioni di vittime (8% delle vittime) ha sperimentato più tipi di furti di identità. Di questi, 1,3 milioni hanno riferito di uso improprio di più tipi di account esistenti, come carta di credito, banca, account telefonico o conti online. Le rimanenti 593.000 vittime hanno sperimentato una combinazione di abuso di un account esistente, di uso di informazioni personali per aprire un nuovo account, o uso di informazioni personali per altri scopi fraudolenti.
Dati demografici delle vittime di furto d’identità
La prevalenza della vittimizzazione, basata sul furto di identità, è simile tra maschi e femmine (9% ciascuno). I bianchi (10%) avevano una maggiore prevalenza di vittimizzazione per furto di identità, rispetto a persone di colore (7%), ispanici (6%) e Asiatici (8%). Le persone di età compresa tra 35 e 49 anni rappresentano il 24% di tutti i residenti negli Stati Uniti, che hanno 16 anni o più, ma hanno rappresentato il 29% di tutte le vittime di furto di identità. Inoltre indagine ha accertato che la gravità del disagio emotivo, sopportato da chi è rimasto vittima di un furto di identità, cresce in maniera esponenziale, quando viene coinvolto più di un solo.
Si tratta di numeri che meritano attenta considerazione, in quanto, anche se non disponibili dati equivalenti in Italia, non v’è dubbio che questo fenomeno sia in continua crescita e comporti quindi un abbassamento del livello di affidabilità e di protezione anticrimine della società civile.