La pratica all’interno dei corsi di formazione sulla sicurezza è a mio avviso assolutamente importante e mai trascurabile. Per questo la formazione che offro con la Helvetica srl è mira sempre alla buona pratica, al saper utilizzare i Dispositivi di Protezione Individuali, a saper intervenire in momenti difficili, consapevoli che potrebbe fare la differenza per la vita di una persona.
Nel caso del corso sui lavori in spazi confinati, la pratica indubbiamente, rappresenta una parte fondamentale, e abbiamo inserito una parte che riguarda i salvataggi.
Cosa sono gli spazi confinati?
Già il D. Lgs. 81/08, ai suoi art. 66 e 121 e al punto 3 dell’allegato IV prendeva in considerazione queste particolari situazioni. L’art. 66 dà indicazioni per accedere ai lavori in ambienti sospetti di inquinamento, mentre l’art. 121 si occupa della presenza di gas negli scavi. Nel loro insieme, i due articoli indicano come ambienti confinati: pozzi, pozzi neri, fogne, cunicoli, camini e fosse, gallerie e in generale ambienti e recipienti, condutture, caldaie e simili in cui sia possibile il rilascio di gas deleteri.
Il punto 3 dell’allegato IV, invece, contiene una serie di indicazioni sui requisiti che devono possedere vasche, canalizzazioni, tubazioni, serbatoi, recipienti e silos.
Uno spazio confinato:
- È un ambiente con aperture di ingresso uscita limitate
- Non è un ambiente di lavoro usuale
- Potrebbe contenere un’atmosfera pericolosa
- Ha una sfavorevole ventilazione naturale
- Potrebbe contenere sostanze inquinanti
- Presenta rischi di sprofondamento/seppellimento
- Presenta una configurazione interna che potrebbe causare l’intrappolamento del lavoratore
- Potrebbe comportare, per l’attività svolta, grave rischio per la salute.
Il D.P.R. 177/11
Successivamente al D.Lgs. 81/08, per contrastare il fenomeno dei gravi incidenti nel settore, è stato varato il Decreto del Presidente della Repubblica del 14.09.2011, n. 177, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 260 dell’8/11/2011 (entrato in vigore il 23 novembre, ndr) è un Regolamento che contiene le norme necessarie alla qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi che operano in ambienti “sospetti di inquinamento o confinati”.
La norma è strutturata in modo tale da rappresentare un insieme di linee generali a cui fare riferimento.
In questo è di grande aiuto il Manuale illustrato per lavori in ambienti sospetti di inquinamento o confinati ai sensi dell’art. 3, comma 3, del DPR 177/2011, elaborato dall’INAIL.
La norma prevede che le attività lavorative nel settore degli ambienti sospetti di inquinamento o confinati possano essere esercitate esclusivamente da lavoratori autonomi o imprese qualificati, che posseggano gli specifici requisiti previsti dal D.P.R. 177/11.
In Italia esiste ancora un po’ di confusione sulla corretta definizione normativa di “spazi confinati”. La legislazione internazionale risulta chiara e dettagliata nel definire i “confined spaces” che vengono distinti nelle stesse OHSA, in cinque diverse categorie a seconda che l’ambiente sia nell’edilizia (scavi), nel settore industriale( vasche di raccolta e silos), in agricoltura (pozzi interrati e depuratori), sulle navi (stive) o nei porti (container e cisterne).
Il documento emesso dal NIOSH 80-106 propone dei criteri per la classificazione di uno spazio confinato basando su aspetti di pericolosità connessi con:
- le caratteristiche dello spazio confinato
- la percentuale di ossigeno presente nello spazio confinato
- la presenza di un’atmosfera esplosiva e i livelli di esplosività della stessa
- la presenza di sostanze tossiche o comunque pericolose per gli addetti ai lavori e i relativi livelli
Inoltre, sulla base di tale classificazione dello spazio confinato, il NIOSH individua le misure di sicurezza da adottare, tra le quali i metodi per comunicare con i lavoratori operanti nello spazio confinato, i DPI da utilizzare, etc.
Cosa fare in caso di lavori in spazi confinati
Prima di consentire l’accesso di lavoratori in un ambiente confinato “è necessario valutarne i rischi al fine di determinare le misure di prevenzione e protezione che garantiscano la salute e la sicurezza dei lavoratori”.
Ma si rende necessario anche prestabilire dei piani d’intervento d’emergenza.
È necessario “immaginare l’infortunio”. Sembra strano, ma è necessario, poiché se si dovesse verificare, a vendolo in qualche mmodo già vissuto, sapremmo già come intervenire già come intervenire.