Un adulto su tre ha giocato d’azzardo almeno una volta nell’ultimo anno.
I giocatori problematici invece sono un milione e mezzo.
Sono soltanto alcuni dei dati emersi dalla prima indagine epidemiologica sul gioco d’azzardo realizzata dall’Istituto Superiore di Sanità. Una indagine che nasce nell’ambito dell’accordo scientifico con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ed è realizzata in collaborazione con EXPLORA.
Gioco d’azzardo in Italia: uno studio epidemiologico
Il campione adulto
Lo studio nella popolazione adulta ha coinvolto complessivamente un campione rappresentativo della popolazione residente in Italia di 12.007 adulti.
Il campione è composto dal 47,6% di maschi e dal 52,4% di femmine.
I risultati
“Dall’indagine è emerso che 18 milioni di italiani adulti hanno giocato d’azzardo almeno una volta nell’ultimo anno – dice Roberta Pacifici, direttore del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’ISS.
Tra gli adulti italiani, uomini e donne, che hanno giocato almeno una volta nell’ultimo anno:
- 13 milioni giocano in modo “sociale”,
- 2 milioni presentano un profilo a basso rischio,
- 1,4 milioni di persone presentano un rischio moderato;
- 1,5 milioni sono giocatori problematici.
Si dicono “giocatori problematici” coloro che faticano a gestire il tempo da dedicare al gioco e a controllare la spesa, alterando inoltre i comportamenti sociali e familiari.
3 milioni sono gli over 65 che giocano, senza divario di genere, sia uomini che donne.
Di questi 3 milioni (il 2%) è un giocatore problematico.
Minorenni e gioco d’azzardo
Lo studio nella popolazione scolastica italiana minorenne ha coinvolto complessivamente 15.602 studenti in età dai 14 ai 17 anni, provenienti da 201 scuole (187 pubbliche e 14 private parificate).
Il campione di minorenni è composto da 49,1% maschi e 50,9% femmine.
Va ricordato che per i minorenni la normativa vigente vieta in assoluto la pratica del gioco d’azzardo.
Secondo l’ISS, 700mila minorenni hanno giocato d’azzardo almeno una volta nell’ultimo anno.
Minorenni (ma) giocatori
Ma il dato più grave è che, nonostante il divieto, 70mila minorenni sono già giocatori problematici.
I giovani giocatori problematici rappresentano il 3% del totale dei giovani giocatori e praticano soprattutto scommesse sportive (79,6%) e lotterie istantanee (70,1%).
Il profilo del giocatore problematico
Rispetto ai giocatori “sociali” i giocatori problematici praticano di più le Slot e le video lotterie e presentano stili di vita meno salutari: fumo, abuso di alcol e di sostanze stupefacenti.
Ma il rapporto dell’ISS ha indagato anche l’aspetto economico del gioco problematico.
Il 5,8% dei giocatori problematici, infatti, ha ottenuto la cessione del quinto sullo stipendio rispetto allo 0,7 dei non giocatori, il 27,7% ha ottenuto prestiti da società finanziare rispetto al 4% del non giocatore e il 14,2 ha chiesto prestiti a privati rispetto allo 0,9% dei non giocatori.
Il giocatore, quindi, tende maggiormente ha chiedere denaro in prestito per far fronte alle sue necessità talvolta patologiche.
Anche il luogo del gioco caratterizza il giocatore problematico rispetto al giocatore sociale.
I dati dell’indagine mostrano che, rispetto al giocatore sociale,il giocatore problematico predilige i luoghi lontani da casa (11,3% vs 2,5%) e dal lavoro (2,3% 0,8%), quelli che garantiscono la maggior privacy (10,7% vs 1,5%).
I giocatori sociali, invece, scelgono più spesso i luoghi vicino casa (49,2% vs 37,5%) o vicino al posto di lavoro (14,9% vs 9,6%), con disponibilità di altri servizi (10,5% vs 6,6%).
Gli over 65 preferiscono le lotterie come tipologia di gioco e lo fanno dal tabaccaio o al bar.
Un Numero Verde per il gioco d’azzardo
Già da un anno, intanto, è attivo presso il Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità, il Numero Verde 800 558822, che in modo anonimo e gratuito, aiuta i giocatori a rischio e problematici e i loro familiari orientandoli sui servizi più vicini al loro domicilio in grado di sostenerli.
Proprio per far conoscere questo strumento di aiuto l’ISS ha attivato una campagna di comunicazione nazionale che, grazie al contributo di Responsabilità Sociale RAI, promuoverà la presenza degli esperti del Numero Verde nelle trasmissioni. La campagna inoltre è sostenuta dalla Diocesi di Roma grazie alla quale il Numero Verde sarà promosso nelle 336 parrocchie romane e in tutte le sale d’attesa di Italo Treno.