Nel 2017 sono state accertate al momento 617 morti sul lavoro (il 58% fuori dall’azienda) a fronte delle 1.112 denunce arrivate. Se anche i 34 casi ancora in istruttoria risultassero tutti riconosciuti sul lavoro si arriverebbe a 651 morti con un calo del 2,8% (rispetto ai 670 del 2016) al minimo storico dal 1951. Lo si legge nella Relazione annuale dell’Inail, come riferito dall’Ansa.
I numeri dell’Inail
Le denunce di infortunio sono state 641.000 in linea con il 2016 e ne sono state riconosciute sul lavoro 417.000 di cui il 19% fuori dall’azienda. Nei primi cinque mesi del 2018 sono arrivate all’Inail 389 denunce di infortunio mortale con un aumento del 3,7% rispetto allo stesso periodo del 2017 (14 casi in più).
L’aumento riguarda solo i casi avvenuti in itinere, ovvero nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro (passati da 104 a 118), mentre per quelli occorsi “in occasione di lavoro” le denunce sono state 271 in entrambi i periodi.
Morti sul lavoro: il commento
“Raffinata e potenziata deve essere la vigilanza dall’esterno, quella svolta dai corpi ispettivi, a tutela del rispetto delle norme. E’ necessario assoggettare al coordinamento anche le Asl, potenziare gli strumenti per le funzioni di intelligence”. Così il presidente dell’Inail, Massimo De Felice, nella relazione annuale 2017.
Per De Felice “l’unica leva che resta per dare maggiore effetto a normativa e a strumenti (disponibili) di prevenzione è lo ‘stile’ della vigilanza”.
Le entrate Inail
Nel 2017 l’Inail ha avuto 10,32 miliardi di entrate di competenza e 8,69 miliardi di uscite di competenza. Le riserve tecniche sono pari a 32,8 miliardi di euro. Lo si legge nella Relazione annuale dell’Inail presentata oggi. Le aziende controllate sono state 16.648 con una percentuale di irregolarità dell’89,43% (grazie ai controlli mirati). I lavoratori regolarizzati sono stati 49.772 (45.802 erano irregolari e 3.970 in nero).