Negli ultimi anni, grazie alla tecnologia, si stanno facendo innumerevoli passi in avanti per diminuire l’inquinamento ambientale. Basti pensare, ad esempio, allo sforzo in atto per eliminare lo spreco di carta grazie a sistemi e software specifici che permettono l’archiviazione Cloud con il fine ultimo di diminuire sensibilmente l’utilizzo di carta e toner vari che altrimenti verrebbero utilizzati da stampanti e fax di vecchia generazione.
Allo stesso modo si sta lavorando molto verso l’intelligenza artificiale che può essere molto utile anche nelle scienze ambientali che tanno generando un enorme quantità di dati attraverso i diversi sistemi di monitoraggio per il nostro pianeta. Possiamo avere sempre più informazioni sulle falde acquifere, sul riscaldamento climatico, sulla migrazione di animali, sulla situazione idrogeologica di determinate aree, sul meteo e così via.
Grazie all’intelligenza artificiale, dunque, tutti questi dati possono essere analizzati e combinati attraverso degli algoritmi. E così siamo in grado di individuare tendenze ed effettuare previsioni sul futuro del nostro pianeta. Si tratta di strumenti molto utili per gli scienziati e i politici. Potranno usarli al fine di progettare piani per vivere meglio o sopravvivere in un mondo che cambia in modo costante.
Uno degli obiettivi più affascinanti è quello di monitorare il fitoplancton attraverso satelliti e algoritmi. I fitoplancton sono organismi microscopici che vivono sulla superficie dell’acqua di mare e che producono metà dell’ossigeno totale prodotto da tutti gli altri vegetali della Terra. Inoltre, consumano anidride carbonica e quando muoiono trasportano il carbonio sul fondo marino.
Oltre a questo si segnala l’EarthCube, il modello per prevedere le risposte del nostro pianeta. Si tratta di una tecnica di apprendimento automatico utilizzato da National Science Foundation che crea così modelli viventi in 3D del nostro pianeta. Si chiama EarthCube e grazie alla rappresentazione digitale può combinare i dati forniti dagli scienziati per simulare le condizioni ambientali al di sopra e al di sotto della superficie terrestre. I dati raccolti riguardano l’atmosfera, l’idrosfera, la geochimica. Questi dati permettono al modello di prevedere come risponderanno gli ecosistemi del nostro pianeta.
L’americana Geological Survey sta lavorando a un progetto della National Science Framework per creare Digital Crust. Si tratta di un sistema che permetterà una più approfondita comprensione dei processi del sottosuolo, come il bilancio idrico e la salute delle falde acquifere.
Progetti, dunque, rivolti a migliorare le condizioni del nostro ambiente che si trova in una situazione di non ritorno a causa dell’inquinamento.
Non a caso anche nel campo delle automobili i grandi marchi stanno facendo grossi sforzi per sviluppare tecnologie a basso impatto ambientale. Una di queste è senza dubbio la tecnologia ibrida per le automobili, così come quella elettrica. Nel giro di pochi anni si prospetta un netto cambio di rotta che porta dritti verso un mondo dove circolano principalmente auto elettriche che riescono a garantire alti standard prestazionali, unitamente ad un bassissimo impatto ambientale.