Riflessioni sulla figura del formatore sulla sicurezza

Nel corso della mia esperienza professionale, ho osservato che nell’ambito della sicurezza sul lavoro si analizzano, giustamente, le varie figure professionali coinvolte.

Tuttavia, l’attuale normativa italiana si focalizza sulle figure “responsabili” all’interno di un azienda, tralasciando o trascurando una figura di reale importanza: il formatore sulla sicurezza.

Al di là del Decreto Interministeriale del 06 marzo 2013 e dei vari interpelli correlati, questa figura non viene disciplinata con la giusta attenzione.

Il decreto stabilisce requisiti teorici, come ad esempio il criterio 2 che prevede che dopo un corso di laurea si venga abilitati anche senza esperienza di docenza nel settore. Sono gli interpelli, attualmente, a stabilire i requisiti esperienziali, creando ancor più confusione.

Formazione: il ruolo fondamentale dell’esperienza

In sintesi, la normativa italiana predilige un approccio molto teorico della disciplina trascurando uno degli aspetti essenziali: l’esperienza.

Esperienza altro non è che la capacità di conoscere il tessuto aziendale al fine di realizzare percorsi mirati, anche attraverso iter esperienziali atti (almeno nel tessuto delle PMI) a sdoganare vecchi modus operandi che portano datore di lavoro e lavoratore a svolgere mansioni lavorative non in piena sicurezza.

Da una parte far capire ai datori di lavoro che la sicurezza non è un costo ma un investimento che con il tempo porterà certamente i suoi frutti, allo stesso tempo far prendere loro consapevolezza del fatto che le ore di formazione non sono ore perse ma guadagnate in termini di opportunità. Dall’altra parte è importante render consapevoli i lavoratori che la formazione non è solo un obbligo, ma un diritto che consente loro di avere tutti i mezzi per svolgere il loro lavoro in sicurezza.

La capacità di conoscere il tessuto aziendale è necessaria per avere chiara visione del ruolo che svolgiamo: tutelare la salute.

Formatori della sicurezza: verso un unico albo professionale

Quale strumento abbiamo noi formatori della sicurezza per poter tutelare la nostra figura?

Nel corso degli anni varie associazioni sindacali hanno cercato di colmare la lacuna lasciata a livello istituzionale mediante la realizzazione di vari albi volontari dove unire i vari formatori, che ahimè non sono tutelativi e non sempre garantiscono una giusta e adeguata “qualità” del servizio svolto.

Ecco che ora, come non mai, si ripropone l’esigenza di istituire un unico albo nazionale che possa finalmente istituzionalizzare, raccogliere, tutelare, verificare le figure del formatore e dell’istruttore, nonché dare forza comune presso le varie Istituzioni Governative.


Federica Pozzato – Tomas Luchin

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