Sicurezza e manutenzione igienica degli impianti di condizionamento nei luoghi di lavoro

Gli impianti di condizionamento dell’aria (aeraulici) sono utilizzati per controllare le condizioni termo-igrometriche degli ambienti di vita e di lavoro, per assicurare un adeguato ricambio d’aria e per abbattere le concentrazioni di polveri e altre particelle aerotrasportate; tuttavia, se non sono adeguatamente gestiti, possono diffondere nell’ambiente inquinanti di varia natura: microrganismi patogeni, allergeni, polveri, fibre e agenti chimici

Gli impianti di condizionamento dell’aria possono divenire, in caso di scarsa o inadeguata manutenzione, fonte di diffusione di microrganismi potenzialmente patogeni che ivi trovano condizioni ideali di sviluppo.

La qualità dell’aria che respiriamo negli ambienti indoor (abitazioni, uffici, ospedali, scuole e ambienti comunitari in genere) dal punto di vista chimico, fisico e biologico è strettamente correlata alla qualità dell’aria esterna, al tipo di ambiente considerato, alle persone eventualmente presenti e all’efficienza dei sistemi di aerazione. L’uomo, gli animali, gli arredi, la polvere e gli impianti di condizionamento, se non correttamente gestiti, sono sicuramente tra le principali fonti di contaminazione microbiologica.

Gli agenti biologici aerodispersi negli ambienti confinati, in grado di causare patologie nell’uomo e considerati, quindi, un rischio per la salute, comprendono batteri (Stafilococchi e gram negativi), funghi (Cladosporium, Penicilium, Alternaria, Fusarium, Aspergillus) e loro prodotti (endotossine, micotossine, spore), virus (Rhinovirus e virus influenzali), acari e pollini.

Inoltre tra i batteri patogeni potenzialmente presenti in un ambiente confinato climatizzato è particolarmente rilevante l’eventuale presenza della legionella, un bacillo aerobio gram negativo, ubiquitario negli ecosistemi acquatici naturali, in grado di colonizzare quelli artificiali raggiungendo picchi di crescita a temperature comprese tra i 28 e i 50 °C .

Il 7 febbraio 2013 l’accordo Stato-Regioni ha introdotto una procedura operativa per la valutazione e gestione dei rischi correlati all’igiene degli impianti di trattamento aria, ma essa comunque, non prevede limiti o valori guida vincolanti.

Cosa vuol dire sanificazione?

Per sanificazione degli impianti aeraulici si intendono la pulizia dell’impianto rimuovendo il particolato depositato all’interno di condotte e superfici associata alla disinfezione on prodotti specifici. La detersione deve essere effettuata utilizzando anionici biodegradabili molto acidi o molto basici, la sanificazione utilizzando soluzioni perossidiche, acido peracetico e sali di ammonio quaternario.

Sanificazione in sicurezza

Durante le operazioni di sanificazione è necessario mettere in atto misure idonee a prevenire la contaminazione degli ambienti, i fenomeni di cross contaminazione e l’esposizione delle persone presenti. Tali misure dovranno essere scelte in funzione del tipo di edificio servito dall’impianto (sanitario, commerciale, ricettivo ecc) e dello stato igienico rilevato durante l’ispezione tecnica. In funzione del rischio di esposizione a polveri, fibre o agenti chimici e biologici pericolosi dovranno essere previste misure di prevenzione e protezione più o meno cautelative.

Eventuali rischi sono individuabili durante le seguenti fasi:

  • Ispezione Visiva;
  • Ispezione Tecnica;
  • Bonifica.

Per ognuna di esse sono indicati comportamenti, attrezzature e dispositivi di protezione da adottare.

Durante l’ispezione visiva si accerta lo stato di conservazione e pulizia di alcune componenti dell’impianto, evidenziando problemi che meritano un’analisi più accurata che viene effettuata durante l’ispezione tecnica mediante campionamenti e misurazioni.

Le ispezioni valutano l’impianto, la contaminazione microbiologica e i depositi di particolato.

Durante l’ispezione visiva si effettuano:

  1. Ispezione della presa dell’aria esterna;
  2. Ispezione delle sezioni interne dell’UTA (ad impianto spento)
  3. Ispezione delle condotte aerauliche.

L’ispezione tecnica consiste, invece, in:

  1. Video-ispezione;
  2. Campionamenti microbiologici di superficie;
  3. Campionamenti microbiologici dell’aria;
  4. Campionamenti microbiologici dell’acqua;
  5. Prelievo del particolato;
  6. Ispezione funzionale degli impianti.

Questo documento ribadisce la necessità dell’istituzione di un registro degli interventi effettuati sull’impianto (già previsto dalle Linee Guida dell’Accordo Stato Regioni 2006), fornendo anche una check list delle verifiche oggetto dell’ispezione visiva che unitamente ad un modello di rapporto dei risultati dell’ispezione tecnica dovranno essere allegati al suddetto registro.

Il D. Lgs. 81/08 contempla in maniera approfondita il fenomeno della contaminazione e del cattivo stato igienico degli impianti aeraulici.

In particolare l’allegato riportato in precedenza, dedicato all’aerazione nei posti di lavoro, prevede in relazione agli impianti aeraulici quanto segue:

  • 9.1.3. “Gli stessi impianti devono essere periodicamente sottoposti a controlli, manutenzione, pulizia e sanificazione per la tutela della salute dei lavoratori.”
  • 9.1.4. “Qualsiasi sedimento o sporcizia che potrebbe comportare un pericolo immediato per la salute dei lavoratori dovuto all’inquinamento dell’aria respirata deve essere eliminato rapidamente.”

L’art. 63 del Decreto prevede inoltre al suo comma 1° che “i luoghi di lavoro devono essere conformi ai requisiti indicati nell’allegato IV”.

Il Datore di lavoro ha il dovere di provvedere a che ciò avvenga ai sensi del successivo art. 64 comma 1°.

Se il Datore di lavoro non provvede può incorrere, come si evince dall’art. 68 comma 1° lettera b), nelle seguenti sanzioni “l’arresto da tre a sei mesi o ammenda da 2.000 a 10.000 euro”. 

La norma UNI 10339, ci fornisce una definizione di qualità dell’aria legata essenzialmente al fatto che non debba  contenere  contaminanti noti in concentrazioni tali da arrecare danno alla salute e causare condizioni di malessere per gli occupanti.

I contaminanti, contenuti sia nell’aria di rinnovo che in quella ricircolata, sono gas, vapori, microrganismi, fumo e altre sostanze particolate». L’aria, secondo la norma UNI è classificata quindi  secondo diversi “livelli di qualità” in base alla quantità di sostanze inquinanti presenti al suo interno.

La commissione Manutenzione dell’UNI ha elaborato due nuove norme significative per il settore: la norma UNI 11414 Manutenzione – Linee guida per la qualificazione del sistema di manutenzione, e la UNI 11420 Manutenzione – Qualifica del personale di manutenzione.

La norma tecnica più importante per la progettazione degli impianti di climatizzazione in funzione della loro manutenzione è la UNI EN 12097:2007, che è stata pubblicata nel 2007.

Questa norma tecnica dà delle indicazioni importanti per il posizionamento delle portine di accesso utili per eseguire la manutenzioni e le ispezioni periodiche. Queste non si trovano frequentemente negli impianti, trattandosi di una tra le norme più trascurate  nella progettazione degli impianti aeraulici.


Bibliografia

  • INAIL: Impianti aeraulici
  • Decreto Legislativo 81/2008 (Testo Unico della Sicurezza) – Appendice IV – Requisiti dei luoghi di lavoro (art.1.9 – Microclima).
  • Conferenza Stato/Regioni: Ministero della Salute La Tutela e la promozione della salute negli ambienti confinati (27.09.2001).
  • Manutenzione Impianti di climatizzazione Linee Guida (05.10.2006).
  • Linee Guida 2013 CONTARP INAIL Procedura operativa per la valutazione e la gestione dei rischi correlati all’igiene degli impianti di trattamento aria. Linee Guida del Ministero della Salute del 04.04.00 Prevenzione ed il controllo della Legionellosi.
  • Linee Guida del Ministero della Salute del 27.09.01 Tutela e la promozione della salute negli ambienti confinati.
  • Linee Guida del Ministero della Salute del 2005 Indicazioni sulla legionellosi per i gestori di strutture turistico-ricettive e termali.
  • Decreto Attuativo Regione Lombardia n.1751 24.02.09 – Linee Guida per la prevenzione di fenomeni di Legionellosi.

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