Stato della qualità dell’aria in Europa nel 2024: una sfida ancora aperta. Il rapporto

Stato della qualità dell'aria in Europa nel 2024: una sfida ancora aperta. Il rapporto

Stato della qualità dell’aria in Europa nel 2024: una sfida ancora aperta. Il rapporto

L’inquinamento atmosferico rappresenta il più grande rischio ambientale per la salute in Europa. Nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni, la qualità dell’aria continua a essere una questione critica per la salute pubblica, con livelli di inquinamento che superano ancora ampiamente sia gli standard dell’Unione Europea (UE) che le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

In questo articolo, analizzeremo lo stato degli inquinanti regolamentati nell’aria ambiente nel 2022 e 2023, mettendo in luce le principali sfide che ancora dobbiamo affrontare per garantire un’aria più pulita e sicura per tutti i cittadini europei.

Inquinamento atmosferico: un rischio persistente per la salute

L’inquinamento dell’aria è un problema grave che causa malattie cardiovascolari e respiratorie, riducendo la qualità della vita e portando a morti che potrebbero essere prevenute. Nonostante alcuni miglioramenti, i dati più recenti mostrano che l’inquinamento atmosferico rimane a livelli preoccupanti. Secondo un briefing dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA), nel 2022 e 2023 la maggior parte della popolazione urbana dell’UE è stata esposta a concentrazioni di inquinanti atmosferici pericolosi per la salute.

In particolare, il 96% della popolazione urbana è stata esposta a concentrazioni di particolato fine (PM2.5) superiori agli standard raccomandati dall’OMS. Questo tipo di particolato è particolarmente dannoso perché può penetrare profondamente nei polmoni, causando gravi problemi di salute.

Standard di qualità dell’aria: dove siamo e dove dobbiamo arrivare

Gli attuali standard di qualità dell’aria dell’UE sono stati stabiliti con le direttive del 2004 e del 2008, e sebbene abbiano portato a miglioramenti, non sono ancora sufficienti per proteggere la salute pubblica in modo adeguato. Gli standard UE, infatti, sono meno rigorosi rispetto a quelli indicati dall’OMS nelle sue linee guida sulla qualità dell’aria del 2021.

Nel 2024, l’UE ha approvato nuovi standard più ambiziosi, che entreranno in vigore nel 2030. Tuttavia, anche questi nuovi limiti non riescono a raggiungere i livelli raccomandati dall’OMS. Ciò significa che, nonostante i progressi, milioni di europei continueranno a respirare aria che non è sicura secondo gli standard più rigorosi.

Principali inquinanti: un quadro preoccupante

Particolato fine (PM2.5) e particolato grossolano (PM10)

Il PM2.5 è l’inquinante che desta maggiore preoccupazione, con quasi tutta la popolazione urbana dell’UE esposta a livelli superiori ai 5 µg/m3, il limite annuale raccomandato dall’OMS. Anche il particolato grossolano (PM10) rappresenta un problema significativo, con concentrazioni che spesso superano sia gli standard UE che quelli dell’OMS.

Ozono (O3)

L’ozono è un altro inquinante chiave. Nel 2022, gran parte della popolazione urbana è stata esposta a concentrazioni di ozono superiori ai 100 µg/m3, il limite guida a breve termine dell’OMS. L’esposizione a lungo termine all’ozono può causare problemi respiratori gravi, in particolare nei bambini, negli anziani e in chi soffre di malattie polmonari.

Biossido di azoto (NO2)

Il biossido di azoto è un inquinante principalmente emesso dai veicoli a motore e dalle attività industriali. Nel 2022, le concentrazioni di NO2 in molte città europee hanno superato il limite annuale di 40 µg/m3 stabilito dall’UE. L’OMS raccomanda un limite molto più basso, di soli 10 µg/m3, il che evidenzia quanto le attuali politiche europee siano ancora lontane dall’obiettivo.

Il cammino verso il 2030 per la qualità dell’aria: cosa possiamo aspettarci

Nell’ambito del piano d’azione per l’inquinamento zero dell’European Green Deal (EGD), la Commissione Europea ha fissato obiettivi ambiziosi per ridurre l’inquinamento atmosferico entro il 2030. Uno degli obiettivi principali è ridurre le morti premature causate dal PM2.5 di almeno il 55% rispetto ai livelli del 2005.

La revisione delle direttive sulla qualità dell’aria, prevista per entrare in vigore nel 2030, mira a rafforzare gli standard di qualità e a ridurre significativamente l’impatto dell’inquinamento sulla salute. Tuttavia, affinché questi obiettivi siano raggiunti, sarà necessario un impegno costante da parte di tutti i Paesi membri, nonché una maggiore consapevolezza e partecipazione dei cittadini.

Conclusioni: un’aria più pulita è possibile, ma serve un maggiore impegno

In conclusione, sebbene siano stati fatti progressi significativi, la qualità dell’aria in Europa rimane una sfida aperta. Gli standard attuali, pur migliorati, non sono ancora sufficienti per garantire una protezione adeguata della salute pubblica. È fondamentale che l’UE e i suoi Stati membri continuino a lavorare insieme per attuare politiche più rigorose e promuovere soluzioni innovative.

Solo attraverso un impegno congiunto e una maggiore consapevolezza possiamo sperare di respirare un’aria più pulita e sicura entro il 2030, raggiungendo l’obiettivo finale di zero impatto sulla salute entro il 2050. È un percorso lungo e complesso, ma non impossibile. La salute di milioni di persone dipende dalle decisioni che prenderemo oggi.

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